Allo studio protocolli di sicurezza per un’eventuale anticipazione delle riaperture a seconda delle collocazioni geografiche, anche di centri estetici, parrucchieri e teatri, ottimismo sull’andamento al ribasso della curva del contagio anche nella “Fase 2”, ma anche la difesa ferma e determinata al ministro Alfonso Bonafede, nello scontro avvenuto tre giorni fa tra il Guardasigilli e il pm Di Matteo. Questi i temi principali di una lunga intervista del presidente del Consiglio Giuseppe Conte pubblicata questa mattina sulle pagine del Fatto Quotidiano. Il premier ha precisato che essendo state fissate “soglie definite di allarme” non esclude accelerazioni sulle riaperture. Gli esercizi commerciali di vendita al dettaglio come i negozi di abbigliamento, ma anche parrucchieri e estetisti, infatti, non sono ancora usciti dal lockdown stabilito con i dpcm di inizio marzo. “In presenza di un protocollo di sicurezza per spazi, ambienti e attività – continua Conte – si potrà decidere di anticipare le aperture di centri estetici, parrucchieri, ma anche teatri”. Pronostica poi anche un ritorno alle urne ordinato per il rinnovo dei Consigli Regionali e l’elezione dei presidenti di Regione a luglio o agosto, mentre per il capo del Governo “la finestra elettorale più adatta per il referendum confermativo delle riforme costituzionali rimane quella autunnale”.
“Ormai si è diffusa fra i cittadini un’educazione generale alla convivenza col virus”, continua il premier che si dice quindi fiducioso sulla “Fase 2” della pandemia di Coronavirus nel Paese. “Anche se ci sono settori che non possiamo controllare del tutto, come gli ambiti familiari, non mi aspetto un particolare aumento dei contagi. Stiamo facendo tutto con grande scrupolo – precisa il capo del Governo – e abbiamo un piano che ci consente, se le cose andassero male, di intervenire in modo mirato, geograficamente circoscritto, e non generalizzato”.
Lapidario, poi, sulla sentenza della corte costituzionale tedesca di ieri in merito al Quantitative Easing e sul Meccanismo economico di stabilità: “Non spetta a nessuna Corte costituzionale decidere cosa può fare o no la Bce. La cui indipendenza è il fulcro dei trattati europei”, sottolinea Conte. Mentre sul Mes, “Resto convinto che il Mes non ci serva”. Per il premier “stiamo per entrare nel vivo adesso” sul recovery fund; il fondo di solidarietà di 500 miliardi che dovrebbe essere il più grande strumento di aiuto finanziario messo in campo dalle istituzioni dell’Unione Europea.
Fermo e incisivo anche il suo commento alla querelle tra il pm Nino Di Matteo e il ministro di Giustizia: “L’idea di Bonafede condizionato o succube di pressioni mafiose è assolutamente irrealistica”. Qualche novità infine sul Decreto Maggio, che a giorni dovrebbe essere approvato dal consiglio dei ministri. Tra le misture dovrebbero esserci anche un “piano straordinario per l’edilizia scolastica” e a un “piano estivo” per i bambini.
Insomma, nonostante gli attacchi delle opposizioni e dell’ex premier Matteo Renzi il capo del governo tenta di rilanciare e compattare l’azione dell’esecutivo, energia e determinazione più che necessarie sicuramente per affrontare questa complicatissima ripartenza dell’Italia dopo il duro colpo inferto dalla pandemia Covid-19.