La lettera da Bruxelles è arrivata. Ma, come spiegano fonti del Ministero di Economia e Finanza, “rientra nell’ambito di un normale dialogo fra le parti che non desta preoccupazioni”. “La Commissione chiede chiarimenti che il governo si appresta a dare entro domani”, dicono ancora dal Mef.
Il piano italiano, secondo la Commissione europea, “non rispetta il target di riduzione del debito per il 2020”. La bozza, infatti, prevede un peggioramento del deficit strutturale di 0,1% del Pil e un aumento della spesa dell’1,9% che eccede la riduzione raccomandata di almeno lo 0,1%. Tutti questi elementi non sembrano quindi in linea con le raccomandazioni, puntando a un rischio di deviazione significativa dallo “sforzo raccomandato”.
Anche il premier Giuseppe Conte, al margine dell’assemblea di Confersercenti, assicura che “all’Unione europea daremo tutti i chiarimenti, non siamo preoccupati”. Qualche preoccupazione l’”Avvocato del popolo”, però, l’ha avuta.
Il vertice in Consiglio dei ministri di ieri, necessario prima che il documento sulla manovra finanziaria arrivi in Parlamento, è stato infatti anticipato da incontri informali e distensivi con tutte le parti in causa. Il più difficile e delicato è stato quello con il ministro degli Esteri Luigi Di Maio: Conte rimproverava al leader 5 stelle l’assenza al summit che ha portato al licenziamento del documento programmatico di bilancio con i voti positivi dei pentastellati.
E poi la tregua, sigillata con l’intesa che consente di demandare al Parlamento le correzioni che ogni partito vorrà chiedere di adottare. Il merito è anche di Dario Franceschini, ministro dei Beni culturali in quota dem, che è riuscito a trovare un accordo con il leader 5 stelle. Scongiurare una crisi di governo era l’obiettivo di tutti.