Questa mattina, il premier Giuseppe Conte e il ministro degli Esteri Luigi Di Maio sono arrivati a New York per partecipare all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Oggi è previsto l’incontro a margine voluto dal Segretario Generale Guterres, il Climate Action Summit, per fare il punto sugli sforzi per ridurre le emissioni inquinanti e le strategie per fermare il cambiamento climatico.
“L’Italia vuole la leadership nel mondo e il primato sul tema del Green new Deal”. Questo il messaggio che Conte intende inviare all’Assemblea generale dell’Onu. “Non significa – ha spiegato – ovviamente tassare il nostro sistema produttivo per liberare risorse, ma significa però creare incentivi per ri-orientare tutto il sistema in quella direzione”.
Al Summit sul clima, Guterres ha chiesto a ciascun paese di “presentarsi a New York con piani concreti”. L’urgenza è ridurre le emissioni del 45% entro il 2030, bloccare nuove centrali a carbone e porre fine ai finanziamenti delle energie fossili. Il vertice, non si concluderà con un documento vincolante, ma con una dichiarazione già firmata da 30 capi di stato, tra cui Mattarella. Alcuni paesi che emettono molta CO2 come Brasile, Giappone, Arabia Saudita, Australia e Corea del Nord hanno già fatto sapere che non presenteranno piani. Grande assente sarà Donald Trump che incontrerà Conte nei prossimi giorni.
L’Assemblea Generale dell’Onu rappresenta un’importante vetrina per il nuovo governo giallorosso per presentare sfide e ambizioni. La Farnesina, ha ricordato, “da pochi giorni ha la gestione totale del commercio estero, della promozione del nostro Made in Italy nel mondo e quindi gli incontri saranno anche molto importanti per creare dei nuovi legami per le nostre aziende, per poter esportare nuova economia e creare nuove occasioni di lavoro in Italia”.
Di Maio ha sottolineato inoltre di aver ricevuto “richieste di incontri bilaterali da tutti i Paesi più influenti del mondo”. Il leader dei 5 Stelle dovrà affrontare con i nuovi colleghi dossier delicati come la Libia, l’Iran, la Siria, l’Afghanistan, il medio Oriente e la Corea del Nord.