Attivare il Fondo salva-stati per rispondere alle conseguenze economiche dell’epidemia di coronavirus. È questa la “linea da seguire” secondo il premier Giuseppe Conte, che ieri ha chiesto – in un’intervista al Financial Times – di “aprire una linea di credito dell’Esm (Meccanismo europeo di stabilità, ndr) per tutti gli Stati membri, in modo di aiutarli a combattere le ripercussioni sull’economia del Covid-19”. La base degli interventi, per il presidente del Consiglio, deve essere “la piena responsabilità di ciascun Paese sul modo in cui vengono spese le risorse”.
“L’Esm è stato creato con un diverso tipo di crisi in mente”, ha proseguito Conte. “Adesso deve essere adattato alle nuove circostanze, in modo da poter usare tutta la sua potenza di fuoco”. Potenza che, tradotta in cifre, corrisponde a circa 500 miliardi di euro.
L’idea di utilizzare il Fondo salva-stati per dare linee di credito ai paesi trova sostegno anche a Bruxelles. Il commissario agli affari monetari Paolo Gentiloni considera “la logica e la filosofia” del premier italiano “assolutamente condivisibili. Temo che l’evoluzione della pandemia aumenterà anche la consapevolezza da parte di tutti della necessità di reagire con strumenti innovativi anche sul piano finanziario”, ha detto questa mattina a Radio Anch’io.
Sul fronte italiano intanto, il presidente della Camera Roberto Fico fa sapere che il decreto Cura Italia – con gli aiuti economici per 25 miliardi previsti dal governo per sostenere l’economia – sarà convertito in legge “entro il primo maggio”.
“Siamo pronti a discutere possibili miglioramenti sapendo che il decreto usa tutte le risorse messe a disposizione dal Parlamento”, ha dichiarato il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri in un’intervista al Corriere della Sera. Per l’ex commissario Ue però c’è solo una soluzione che può rivelarsi veramente esaustiva: “Per far ripartire l’economia la priorità assoluta è fermare il contagio”.