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Gentiloni: “Ci vorrebbe Mago Merlino”

Gentiloni al Senato:
"Per il problema migranti
ci vorrebbe Mago Merlino"

Il premier chiede più aiuto da Bruxelles

In Ungheria detenzione per i rifugiati

di Valerio Del Conte08 Marzo 2017
08 Marzo 2017

«Il problema dell’immigrazione non lo cancella il mago Merlino». Così il premier Paolo Gentiloni al Senato, risponde polemico all’attacco del Consiglio d’Europa all’Italia sulla questione dei migranti.

Nuova bacchettata del Consiglio d’Europa all’Italia. “Le debolezze del sistema italiano di rimpatri volontari e delle espulsioni forzate rischia di incoraggiare l’afflusso di un sempre maggior numero di migranti economici irregolari”, è quanto afferma il rappresentante speciale del segretario generale del Consiglio d’Europa per le migrazioni e i rifugiati, Tomas Bocek, nel suo rapporto sull’Italia lo scorso ottobre. A non funzionare sarebbe il sistema di custodia legale per minori non accompagnati: spesso i luoghi in cui i migranti si trovano a soggiornare anche per lunghi periodi sono “inadatti a garantire le loro necessità”. Bocek, però, non boccia in toto l’Italia. Dallo scorso ottobre qualcosa è cambiato, la nuova legge sulle misure di protezione è un grande passo in avanti, almeno a livello teorico.

La replica di Paolo Gentiloni al Senato non ha tardato ad arrivare. “Dall’immigrazione alla pubblica amministrazione, dal processo penale alla sicurezza urbana, dalla legge sulla povertà al ddl sulla concorrenza: sfido chiunque ad indicare un altro governo e un altro Parlamento in Europa impegnati su un complesso di riforme come quello su cui siamo impegnati in Italia”, ha affermato il premier. “È possibile sostituire l’immigrazione clandestina irregolare e micidiale per i migranti con flussi e canali – ha aggiunto Gentiloni – questo è l’obiettivo della Ue e spero che a Bruxelles si facciano passi in più per aiutare il lavoro di avanguardia dell’Italia”. Il primo ministro vorrebbe l’attuazione dell’accordo stipulato a Tripoli che prevede fondi alla Libia in cambio di efficienti campi di accoglienza per mitigare i flussi di persone dal Niger. Tra le speranze di Gentiloni, ovviamente, anche un’esortazione ufficiale per i Paesi dell’Est-Europa a rispettare l’accordo tra gli Stati dell’Ue di ospitare i rifugiati.

Proprio oggi, però, arriva il via libera dell’Ungheria alla legge che reintroduce la detenzione per i migranti. “Gli Stati membri non sono tenuti, in forza del diritto dell’Unione, a concedere un visto umanitario” ai rifugiati che vogliono “recarsi nel loro territorio con l’intenzione di chiedere asilo, ma restano liberi di farlo sulla base del rispettivo diritto nazionale”. La Corte europea ha così chiarito che il diritto dell’Ue “stabilisce solo le procedure e i requisiti per il rilascio dei visti di transito o per soggiorni previsti sul territorio degli Stati membri della durata massima di 90 giorni”. Sull’onda di queste precisazioni, l’Ungheria ha approvato la legge con 138 voti a favore e solo 6 contrari. Questa stessa misura era stata abrogata nel 2013 sotto pressione dell’Unione Europea e prevede che i profughi, anche quelli già presenti sul territorio, vengano tenuti in container nelle “zone di transito” presso le frontiere con Serbia e Croazia, fino all’esame della domanda d’asilo. “Siamo in stato d’assedio, la tempesta migratoria non è finita, si è soltanto provvisoriamente calmata”, ha affermato il premier ungherese Viktor Orban. Intanto procede la costruzione della seconda barriera anti-migranti alla frontiera con la Serbia, che sarà provvista anche di rilevatori termici d’allarme e telecamere.

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