Tre attivisti pro-democrazia di Hong Kong sono stati ritenuti colpevoli di aver partecipato e aver incitato all’adesione alla veglia “illegale” del 4 giugno 2020 in ricordo dei fatti di piazza Tienanmen. Tra loro Jimmy Lai, magnate dei media e fondatore del tabloid Apple Daily. Coinvolti inoltre il giornalista Gwyneth Ho e l’avvocato Chow Hang-tung. Secondo il giudice Amanda Woodcock, la presenza di Lai alla conferenza stampa di presentazione dell’evento costituì “un atto deliberato per ottenere sostegno e pubblicizzare l’assemblea non autorizzata che ne è seguita”. Al primo verdetto della Corte distrettuale seguirà una condanna, ancora da definire nel dettaglio.
Le veglie erano state vietate nel 2020 e 2021 come misura contro il Covid-19 e per tutelare la sicurezza a fronte delle violente manifestazioni pro democrazia del 2019. Altri sedici politici e attivisti erano stati condannati in precedenza a dieci mesi di carcere per il loro ruolo attivo, con alcune sospensioni della pena. Pechino ha però dichiarato che da quest’anno non verranno più tollerate commemorazioni di Tienanmen a Hong Kong e Macao, unici territori della Cina in cui in precedenza erano consentite. Amnesty international ha definito il verdetto come l’ultimo “attacco ai diritti alla libertà di espressione e di riunione”.