Doveva essere una decisione da prendere in pochi giorni, ma per il neo-sindaco, Ignazio Marino, scegliere la nuova giunta capitolina si sta rivelando un problema ben più difficile del previsto. Bisognerà attendere ancora per conoscere i primi nomi e tutto questo non fa che aumentare il nervosismo tra i vari partiti, coinvolgendo lo stesso primo cittadino. Il nodo cruciale riguarda la decisione sul numero di assessori tra politici e tecnici. Intanto il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Giovanni Legnini, ha rinunciato all’offerta del sindaco per l’incarico di Assessore al bilancio del Comune di Roma: «Ho riflettuto molto ma non ho ritenuto di privare la mia regione, l’Abruzzo, dell’unica rappresentanza di governo, nè di ipotizzare il cumulo di incarichi, locale e centrale. Per queste ragioni ritengo di non poter accettare l’incarico». Ora si pensa a un dirigente del ministero dell’Economia.
Sel chiede spazio. E i colloqui continuano. Stamattina Marino incontrerà Bruno Tabacci, leader di Centro Democratico, per conoscere le sue richieste, mentre si attende la risposta di Marino Sinabaldi, direttore di Radio3, per l’assessorato alla cultura; in caso di rinuncia, le alternative sono quelle dello scrittore Marco Lodoli o di Rita Paris, direttrice dell’associazione Appia antica. Per l’urbanistica le ipotesi sono due: Giovanni Caudo, professore di progettazione urbana a Roma Tre, e Daniel Modigliani, responsabile dell’attuale piano regolatore della città. Tuttavia le decisioni del primo cittadino sul ruolo assegnato nel consiglio che verrà ai tecnici, scontenta tutti i partiti. Così da Sel arrivano indicazioni precise con la richiesta delle poltrone di vice-sindaco e di presidente del consiglio comunale, mentre nel Pd le varie aree vicine a Letta, D’Alema e Franceschini, cercano di spingere i propri candidati. Entrambi i partiti, però, fanno sapere che, se non sarà possibile avere una maggioranza chiara e stabile in consiglio, sono pronti a ritirare le loro candidature preferendo una giunta di soli tecnici.
Da sindaco a sindaco. A consigliare Marino arriva l’ex-sindaco Gianni Alemanno che sulla questione nomine auspica che la scelta «si basi su competenze effettive e non su operazioni di immagine ». E una frecciata contro il Pd arriva da Fabrizio Santori, capogruppo deLa Destra alla Regione Lazio: «Un’intera campagna elettorale a dirci che Marino fosse il candidato fuori dagli schemi, ora il PD paga il conto restando fuori dalla giunta di Roma Capitale» a favore di soli tecnici.
Intanto dal comune fanno sapere che entro domenica ci sarà una prima ipotesi sulla lista degli assessori mentre la prima seduta dell’Assemblea capitolina, potrebbe essere convocata per il primo luglio.
Domenico Cavazzino