“La prima volta che siamo andati in onda c’era ancora l’Unione Sovietica e si parlava di rifugi antiatomici”. In quella storica prima puntata andata in onda il 18 marzo 1981 su Rai 1, in seconda serata, “portammo a casa un risultato di oltre 9 milioni di telespettatori”. Così Piero Angela, 92 anni, re dei divulgatori scientifici, ricorda la prima puntata di SuperQuark. Da quel giorno sono trascorsi 40 anni e Angela ammette che ogni episodio per lui “è come un figlio”.
Il programma originario si chiamava Quark e andava in onda una volta a settimana. Di puntata in puntata, il successo cresceva e ciò portò la Rai a decidere di cambiare il format, modificandone anche durata e orario di trasmissione. Così, nel 1995, Quark prese il nome di SuperQuark. Tanti sono stati gli argomenti trattati nelle puntate, perché per Angela, che vanta 12 lauree honoris causa e la medaglia d’oro per la cultura italiana, “la scienza è capire tutto”.
Angela, ospite di New Normal Live, ha confessato che non esiste una puntata di Quark alla quale è più affezionato: “Sono come figli, impossibile preferirne uno”. Il suo erede televisivo “non è mio figlio. Lui si occupa di tante altre cose”. Nel suo futuro Angela non vede la politica: “Sono un indipendente, un battitore libero. Non voto mai i partiti, voto le persone.”
Negli anni il conduttore dice di sentirsi parente dei telespettatori, ma “sono sempre pronto a correre”, perché come nello sport “non conta ciò che hai fatto prima”. A proposito di novità, dopo l’estate uscirà il suo primo disco, dove saranno inseriti dei brani “che eseguirò al pianoforte e altri suonati con un piccolo gruppo jazzistico”. Ai giovani ricorda Superquark+ su RaiPlay. “Abbiamo fatto due serie da 10 puntate: ne faremo una terza”. Per Angela il nuovo secolo che stiamo vivendo “è dei giovani. Nel 2050, che sembra così lontano, voi sarete dei 40/50enni. Vi auguro la saggezza di guidare uno sviluppo equilibrato e sostenibile”.