Non c’è accordo su una relazione unitaria della Commissione d’inchiesta sulle banche. È quanto emerso al termine dell’ufficio di presidenza. Nelle scorse ore era circolata la bozza di un testo che includeva sia le proposte condivise che i punti fermi dei singoli partiti. Tra le prime era stata inclusa quella del Movimento Cinque Stelle, che aveva chiesto di reinserire gli scenari probabilistici nei prospetti informativi degli strumenti venduti ai risparmiatori. Respinta invece la richiesta di Fratelli d’Italia di pubblicare l’elenco dei grandi debitori degli istituti di credito.
Tra le proposte inizialmente appoggiate da tutte le forze politiche c’erano invece la revisione del funzionamento della vigilanza bancaria e il suo rafforzamento, la costituzione di una procura per i reati finanziari, l’introduzione di paletti al cosiddetto fenomeno delle “porte girevoli”, legato a quei banchieri che sono entrati negli istituti con un passato in Bankitalia e l’istituzione di una nuova fattispecie di reato per gli operatori che spingono i clienti a comprare azioni della propria banca.
Ad eccezione della posizione di Liberi e Uguali, che aveva già annunciato nei giorni scorsi la propria contrarietà, il presidente Pierferdinando Casini contava di raccogliere, a sostegno del testo unitario, i restanti 37 commissari su 40. Ma anche il Movimento Cinque Stelle, tramite Carlo Sibilia, ha espresso la volontà di non votare la relazione. “Non ci sono responsabilità nel documento – ha spiegato Sibilia – non ci sono ristori per i risparmiatori. Non possiamo accettare che dopo due mesi di intensi lavori questa sia la conclusione”.
Considerata la situazione, Casini ha nominato come relatore il vice presidente della commissione Mauro Maria Marino. Sarà lui a presentare la propria relazione, dopo aver esaminato i documenti conclusivi che le varie forze politiche, da Forza Italia a Liberi e Uguali, hanno fatto pervenire alla commissione stessa.