GAZA CITY – A Gaza ci saranno solo brevi tregue ma nessun cessate il fuoco. Così si continua a combattere con intensità, anche intorno agli ospedali. Quello di al-Quds ha cessato di funzionare per mancanza di carburante. Un altro invece – quello di al-Awda – ha annunciato una chiusura imminente mentre intorno all’ospedale di Al-Shifa imperversa la battaglia.
L’esercito israeliano stringe infatti il cerchio attorno ai vertici di Hamas che secondo fonti di intelligence si nascondono nei sotterranei del più grande ospedale della Striscia. Hamas e fonti palestinesi hanno segnalato combattimenti all’esterno dell’ospedale, mentre questa notte sei persone sono morte a seguito di un attacco israeliano che ha colpito il complesso. Qui i miliziani di Hamas starebbero impedendo agli amministratori ospedalieri di far uscire i pazienti, mentre secondo fonti del sito di notizie israeliano Walla, l’esercito sta avanzando verso gli ospedali di Gaza Ranteesi e Nasr e gli amministratori ospedalieri hanno iniziato ad evacuare i pazienti lungo un percorso umanitario aperto verso il sud della Striscia.
L’Idf ha anche annunciato, tramite il suo portavoce militare, l’uccisione, la notte scorsa a Jabalya, di 3 capi militari di Hamas nel nord della Striscia. Due dei tre avevano preso parte all’attacco del 7 ottobre scorso mentre il terzo era il capo dell’Unità dei cecchini della Brigata nord di Hamas. L’esercito ha anche diffuso un video su X (ex Twitter) in cui due terroristi di Hamas, arrestati il giorno dell’attacco, dichiarano durante gli interrogatori che a nascondersi nei sotterranei dell’ospedale di al-Shifa ci sarebbe il leader di Hamas Yahya Sinwar e altri comandanti senior, sia militari che politici.
Su ciò che è accaduto lo scorso 7 ottobre, intanto, continuano a rincorrersi notizie contrastanti. Fotoreporter palestinesi che collaborano con prestigiose testate internazionali, dall’ Associated Press alla Reuters e Cnn sarebbero stati presenti la mattina del 7 ottobre durante il massacro nel Sud di Israele, scattando foto che hanno poi venduto ai media internazionali. In particolare Israele vuole spiegazioni sull’operato di quattro reporter. L’accusa è che erano a conoscenza dell’attacco. Accuse nettamente respinte dalle testate coinvolte. I giornalisti internazionali non hanno accesso a Gaza dove Hamas esercita da sempre un forte controllo sui media e le testate devono affidarsi a freelance locali, spiegano.
È ancora incerta la sorte degli ostaggi. Per due di loro la Jihad Islamica ha diffuso un video in cui si dice pronta al loro rilascio. Si tratta di Hanna Katzir, di 77 anni e Yagil Yaakov, 13 anni. Nel video i due sembrano ripetere un copione imposto e attaccano il premier israeliano Benjamin Netanyahu. È la prima volta dall’inizio del conflitto che la Jihad Islamica promette di liberare due prigionieri “per ragioni umanitarie”.
Sul tema il clima è sempre più incandescente e il premier israeliano è sotto accusa. Nella serata di ieri, giovedì 9 novembre, Haaretz ha riferito di decine di dimostranti, tra cui familiari degli ostaggi che hanno tentato di entrare nella sua casa di Gerusalemme abbattendo le barriere erette dalla polizia.