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Colpo di coda di Marino: “Mai rubato, potrei rimanere”. Il PD pronto a silurarlo

di Domenico Cappelleri23 Ottobre 2015
23 Ottobre 2015

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Marino andrà via dal Campidoglio, o forse no? Continua la telenovela legata al primo cittadino di Roma che ha dichiarato che forse ritirerà le dimissioni presentate qualche giorno fa: “La legge mi dà 20 giorni per verificare se la mia esperienza è davvero finita – ha spiegato– o se ci sono le condizioni per rispettare il partito che mi ha eletto alle primarie con il 52% e al ballottaggio con il 64%”. “Mi sono dimesso – ha aggiunto – perché volevo andare dai magistrati senza alcuna protezione formale” ma, ribadisce, “non ho mai, ripeto mai, usato denaro pubblico a fini privati”.
Di parere diverso sono i vertici del PD che ormai hanno silurato il chirurgo genovese, e vorrebbero chiudere al più presto questa parentesi. Secondo indiscrezioni se Marino dovesse tornare sui suoi passi, il partito ha predisposto le dimissioni in blocco dei 19 consiglieri comunali. Con un simile ordine di scuderia – si dice arrivato da Orfini- difficilmente Marino potrebbe conservare il suo posto.
Marino, però, non demorde, vaglia tutte le ipotesi, e non esclude un colpo di coda: “Se fossi costretto a dimettermi, potrei candidarmi alle primarie,- ha dichiarato-. Questa è la sfida della mia vita, e io voglio vincerla. Tocca agli eletti dal popolo, alla mia maggioranza, dirmi se questa esperienza deve proseguire o deve essere interrotta”. E comunque “le persone che incontro per strada mi chiedono di non interrompere questa esperienza”. Il sindaco dimissionario avverte poi il presidente del Consiglio: “Ho grande rispetto per chi, come Renzi, sta cercando di cambiare questo Paese. Però mi permetto di dire che non capita tutti i giorni che 50 mila persone firmino una petizione per chiedere al sindaco di restare”.
Nel frattempo al Campidoglio è caos, l’assessore ai Trasporti Stefano Esposito si allinea al partito: “ La vicenda degli scontrini è solo l’ultimo di una serie di errori politici, ritengo corretto che il sindaco pretenda che il suo nome non venga affiancato a quello di un mascalzone, ma è fondamentale che si faccia quello che è possibile per la città e non si attacchi al PD.

 

Domenico Cappelleri

 

 

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