Grandi manovre alla Camera mentre è in corso la terza votazione per eleggere il tredicesimo Capo dello Stato. Dopo la seconda fumata nera di ieri, tra i partiti non c’è ancora un’intesa. Il quorum richiesto è anche oggi di due terzi dei componenti del Collegio, da domani basterà la maggioranza assoluta.
Prima dell’inizio delle votazioni, c’era stato un incontro fra Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Antonio Tajani, che parrebbe essersi concluso in un nulla di fatto. Il coordinatore nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani ha riferito di aver sentito Silvio Berlusconi che insisterebbe per “un centrodestra unito”.
Inizialmente il centrodestra aveva annunciato l’intenzione di votare compatta scheda bianca; tuttavia, Fratelli d’Italia potrebbe puntare sul nome di Guido Crosetto per uscire dallo stallo. Intanto, anche il Pd, il M5s, Leu e Coraggio Italia confermano la scheda bianca alla terza votazione. Secondo fonti parlamentari del centrodestra – come riporta l’Adnkronos – si starebbe ragionando di lanciare la candidatura di Pier Ferdinando Casini per testarne la fattibilità già oggi.
Intanto, il segretario dem, Enrico Letta, che ieri aveva chiesto un Conclave dei leader, ha convocato un supervertice interno al Pd per le 21 per trovare un nome condiviso. La decisione dopo che il centrodestra ieri ha presentato la propria rosa di nomi, ossia Letizia Moratti, Carlo Nordio e Marcello Perra. Per Salvini, tuttavia, “non ha bisogno di essere candidata”, in quanto seconda carica dello Stato, Maria Elisabetta Casellati. Monica Cirinnà, senatrice del Pd, sostiene però che anche Casellati è un nome di partito e i dem confermano “il veto sui nomi di partito”.
Il timore tra le fila dem è che ora la strada che porta all’elezione di Mario Draghi sia in salita. Primo fra tutti ad ostacolare il nome del Premier è il capo del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte. I pentastellati sembrano puntare sul Mattarella Bis. Dal transatlantico Matteo Renzi, invece, continua a sostenere che il nome di Draghi “non è bruciato” e annuncia di aver dato disponibilità sia a Letta che a Salvini, per “partecipare come terzo polo” al vertice del centrosinistra e del centrodestra.