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Coldiretti. Il caldo inatteso rischia di danneggiare colture ed economia

di Samantha De Martin20 Febbraio 2014
20 Febbraio 2014

Le temperature sorprendentemente tiepide che, nella prima decade di febbraio, hanno innalzato le colonnine dei termometri di circa 3,8 gradi rispetto alla media, concedendo l’illusione di una primavera anticipata, rischiano seriamente di minacciare economia e colture. Un fenomeno che preoccupa la Confederazione Nazionale dei Coltivatori Diretti (Coldiretti), allarmata dinnanzi al rischio che le coltivazioni, “risvegliate” dall’insolito tepore, vengano rese più vulnerabili e sferzate con freddo e gelo all’arrivo del colpo di coda dell’inverno.
“Nel nord – emerge da un monitoraggio di  Coldiretti – si osserva un risveglio vegetativo anticipato su numerose specie frutticole con parziale o totale rigonfiamento delle gemme che è particolarmente evidente nel mezzogiorno, dove le alte temperature hanno portato, in generale, a un fortissimo anticipo delle fioriture su alcune specie frutticole”.
Rischio disidratazione per gli agrumi di Sicilia La piena fioritura del mandorlo è in anticipo di quasi un mese,  le primule sono sbocciate prima,  peschi e albicocchi hanno già iniziato a colorarsi di rosa, mentre in Sicilia, dove la temperatura ha raggiunto i 27,9 gradi, superando di dodici tacche la media del periodo, le piante di arance e mandarini hanno addirittura alterato l’attività fisiologica con casi di improvvisa disidratazione dei frutti a causa delle temperature eccessivamente calde.
Problemi anche per gli ortaggi “che soprattutto nel centro sud per il caldo sono maturati in modo repentino e simultaneo rendendo impossibile una programmazione scalare della raccolta. Ma in alcuni casi le coltivazioni sono andate a fiore impedendo di fatto di ottenere una  produzione vendibile sul mercato” come ha detto Coldiretti.
Ristagno idrico nei terreni del nord A rischio anche l’economia vinicola del nord dove si fanno ancora i conti con il ristagno idrico nei terreni, resi inaccessibili, a causa delle forti piogge,  ai mezzi meccanici e agli operatori che dovrebbero effettuare lavori preparatori e di potatura.
“Lo stesso accade anche – continua la Coldiretti – per la realizzazione dei lavori preparatori del terreno per gli imminenti trapianti degli ortaggi e per i campi intrisi d’acqua, destinati ai cereali e alla soia, dove sono impedite le preparazione dei letti di semina”.
C’è quindi da augurarsi che nei prossimi giorni non si verifichi un brusco abbassamento della colonnina di mercurio al di sotto dello zero, che potrebbe provocare una moria di gemme compromettendo i raccolti, con conseguente debacle di tutto il settore ortofrutticolo.

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