ROMA – Una proposta destinata a far discutere e a polarizzare il già acceso dibattito sui diritti civili e la parità di genere. Il senatore del Partito Democratico ed ex ministro Dario Franceschini ha lanciato l’idea di attribuire al neonato unicamente il cognome materno. Una mossa che si pone come un obiettivo più ambizioso rispetto ai disegni di legge attualmente in discussione in commissione al Senato, focalizzati sull’affiancamento del cognome della madre a quello del padre. Una proposta che ha agitato il ministro dei Trasporti Matteo Salvini che ha prontamente risposto: “Cancelliamo i padri?”.
Franceschini: “È un risarcimento per un’ingiustizia secolare”
L’intento di Franceschini è chiaro: “Dopo secoli in cui i figli hanno preso il cognome del padre, stabiliamo che prenderanno il solo cognome della madre. È una cosa semplice ed anche un risarcimento per una ingiustizia secolare che ha avuto non solo un valore simbolico, ma è stata una delle fonti culturali e sociali delle disuguaglianze di genere”. Con queste parole, il senatore dem motiva la proposta destinata a fare polemica, specialmente a destra.
La reazione a destra, Salvini: “Cancelliamo i papà”
Matteo Salvini, segretario della Lega, ha ironizzato: “Ma certo, cancelliamoli dalla faccia della terra questi papà, così risolviamo tutti i problemi. Ma dove le pensano ‘ste idee geniali?”. Il presidente della commissione Cultura della Camera e deputato di Fratelli d’Italia, Federico Mollicone ha definito la proposta “Una provocazione irricevibile” e ha aggiunto: “Nella visione di Franceschini si passerebbe dal patriarcato al matriarcato”.
La sentenza della Corte Costituzionale
L’inziativa di Franceschini giunge in un contesto in cui il tema dell’attribuzione del cognome ha già subito una significativa accelerazione a seguito della sentenza della Corte Costituzionale del 2022. Quest’ultima aveva dichiarato illegittima l’automatica attribuzione del solo cognome paterno, aprendo la strada al riconoscimento del doppio cognome. Sulla scia di questa pronuncia, sono stati depositati quattro disegni di legge in Senato a firma di diverse forze politiche.