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superata la soglia
indietro non si torna

CO2 e global warming
superata la soglia
indietro non si torna

di Siria Guerrieri25 Ottobre 2016
25 Ottobre 2016

Il 2016 è l’anno che segna uno spartiacque nella storia della Terra: abbiamo definitivamente oltrepassato la soglia, ritenuta finora invalicabile, di 400 parti per milione di anidride carbonica nell’atmosfera. La World Meteorological Organisation, l’agenzia della Nazioni Unite che si occupa del clima, lancia l’allarme: l’ultima volta che il livello di anidride carbonica ha superato la soglia è stato 5 milioni di anni fa, spiegano gli esperti dell’organizzazione. “I serbatoi di assorbimento della CO2, foreste, oceani e vegetazione, assorbono circa metà del diossido di carbonio presente nell’aria”, avvertono gli scienziati del WMO nel Greenhouse Annual Gas Bulletin, “ma ora sembrano essersi saturati, e questo comporta un aumento dei livelli di gas serra che permangono nell’atmosfera”.

L’effetto immediato è l’aumento preoccupante della temperatura globale: il 2016 si attesta, secondo la NASA, come l’anno più caldo degli ultimi secoli. “Il superamento del livello di 400 parti per milione è senza precedenti. Non sarà possibile tornare indietro per generazioni”, dichiarano i vertici del WMO. Petteri Taalas, il segretario generale dell’agenzia, punta il dito sull’inquinamento prodotto dall’attività industriale: “El Niño è finito. Il cambiamento climatico dovuto alle attività umane no”.

Ma gli effetti del cambiamento climatico non si limitano all’ambiente e all’ecosistema naturale. Secondo l’ex direttore della Regulation Authority della Bank of England, Paul Fisher, esperto di politica monetaria e mercati finanziari, il global warming sarà l’innesco della prossima crisi finanziaria. Il climate change, secondo Fisher, può determinare uno sbalzo dei prezzi pari a quello provocato dalla Brexit, ma su scala mondiale. Si tratta di un rischio sistemico: gli effetti del riscaldamento dell’atmosfera terrestre sulla sicurezza delle scorte alimentari, le centinaia di milioni di nuovi poveri previsti entro il 2030, siccità, uragani e instabilità ambientale, con la produzione agricola a rischio, per il direttore Fisher determinano insieme il rischio di un crollo dell’economia, e l’avvio di una nuova fase di crisi finanziaria.

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