Gli ultimi quattro anni sono stati i più caldi da quando avvengono misurazioni in materia, nonostante l’anno appena trascorso abbia fatto registrare temperature più basse rispetto ai tre precedenti. Questo è quanto riporta Copernicus, il programma di osservazione satellitare della Terra dell’Unione Europea che si occupa del monitoraggio delle condizioni ambientali del nostro pianeta, che ha pubblicato l’annuale studio sul clima per il 2018. Il report mostra comunque che la temperatura media degli ultimi 5 anni è stata di 1,1°C superiore alla media preindustriale e che il 2018 è stato più caldo di 0,4°C rispetto alla media registrata nel trentennio 1981-2010.
Le zone più colpite dal surriscaldamento sono il Canada, il settore atlantico dell’Artico e la Russia settentrionale, che hanno registrato temperature nettamente superiori alla media, con conseguenze tragiche anche per lo scioglimento costante dei grandi ghiacciai artici. L’Europa ha registrato temperature annuali inferiori di 0,1°C rispetto ai due anni dal caldo record, 2014 e 2015, nonostante il caldo rimanga costantemente al di sopra delle medie dell’ultimo trentennio. L’analisi dei dati satellitari indica inoltre che le concentrazioni di anidride carbonica sono aumentate negli ultimi anni, 2018 incluso.
La questione climatica è sempre molto accesa, anche perché per molti quanto concordato nel recente vertice Onu sul clima di Katowice in Polonia dai 200 paesi firmatari degli accordi di Parigi, rimane poco ambizioso. Questo se si considerano anche gli appelli degli scienziati sull’urgenza di agire per frenare il riscaldamento globale, dato che secondo gli esperti ci rimarrebbero poco meno di quindici anni prima che comincino a verificarsi eventi naturali estremi.