ROMA – I limiti di velocità eccessivamente ridotti sono dannosi per l’ambiente e possono ostacolare il traffico. Questo il verdetto del Ministero dei Trasporti dopo le ordinanze del Comune di Bologna che istituiscono in città il limite di 30 km/h. “Qualsiasi fissazione generalizzata di limiti di velocità nel contesto urbano risulta di per sé arbitraria”, si legge nella direttiva pubblicata il 24 gennaio dal Mit.
La regolazione della circolazione stradale, si legge nella direttiva, deve essere operata “strada per strada”. Il Ministero elenca poi “le principali condizioni per abbassare il limite di 50 km/h”: assenza di marciapiedi e movimento pedonale intenso; anormali restringimenti delle sezioni stradali; pendenze elevate; andamenti planimetrici tortuosi tipici di nuclei storici e vecchi centri abitati; frequenza di ingressi e uscite carrabili da fabbriche, stabilimenti, asili, scuole, parchi di gioco e simili; pavimentazioni sdrucciolevoli o curve in vario modo pericolose.
“La sicurezza di pedoni, ciclisti e automobilisti è da sempre la priorità assoluta di tutti i sindaci, che sono i più titolati a valutare le diverse situazioni locali, le esigenze della mobilità e quelle legate alla sicurezza dei cittadini”, ha sottolineato il presidente dell’Anci Antonio Decaro. “Apprezziamo l’invito del ministro Salvini a confrontarci sul testo della sua direttiva e – ha concluso – a condividere le scelte sui limiti di velocità nelle aree urbane”.