Non ci sono ancora sviluppi nelle ricerche dei tre adolescenti israeliani rapiti la scorsa settimana in Cisgiordania. Continuano senza sosta le ricerche delle forze di sicurezza israeliane, che in questi giorni hanno controllato molti centri nella zona di Hebron, compresi i villaggi di Tufah, Bnei Naim, Yata, Halhul, Beit Ayoun e Doura. Durante uno di questi blitz un giovane palestinese è stato ucciso dall’esercito israeliano che, secondo fonti mediche e della sicurezza palestinesi, avrebbe risposto sparando al lancio di pietre dei giovani palestinesi. Durante la scorsa notte poi l’aviazione israeliana ha bombardato due campi di addestramento militare di islamisti nella zona sud e nord-ovest di Gaza senza causare vittime, come risposta al lancio di quattro missili palestinesi. L’esercito, durante questi primi giorni di ricerche, ha anche compiuto un centinaio di arresti collegati al sequestro dei giovani, oltre ad aver sequestrato diverse videocamere di sicurezza nella zona del rapimento.
Il sequestro è stato rivendicato da un gruppo salafita semi sconosciuto, ‘Daulat Al Islam’, ed il timore è che i tre giovani siano stati divisi per rendere più complicate le ricerche. Tra le ipotesi al vaglio c’è anche la possibilità che i tre giovani possano essere stati spostati fuori Israele, via Negev, la zona desertica nel sud del paese e, probabilmente, via Giordania. Per questo le forze israeliane sono in contatto con le forze di sicurezza palestinesi e hanno istituito diversi posti di blocco. Fonti della difesa inoltre parlano di rapimento “ben preparato” da parte di una cellula “ben addestrata”. Il tutto renderebbe le ricerche molto complicate. I tre giovani hanno rispettivamente 16 (due) e 19 anni, e tutti e tre frequentano una scuola rabbinica in una colonia ebraica nei pressi di Hebron.
Il premier israeliano Benyamin Netanyahu continua nel frattempo a convocare riunioni con i responsabili delle ricerche, che però non hanno ancora portato a risultati rilevanti.
Intanto l’eco del rapimento dei giovanissimi israeliani si fa sentire anche in Italia, ed in particolare a Roma, dove il presidente della comunità ebraica Riccardo Pacifici ha espresso “sgomento e angoscia per la notizia” ed ha lanciato prima un appello al presidente del Consiglio Matteo Renzi per “far sentire la voce dell’Italia a livello internazionale affichè i tre giovani vengano liberati” ed ha poi invitato il sindaco di Roma, Ignazio Marino, a “sensibilizzare l’opinione pubblica della Capitale mettendo la foto dei tre giovani in piazza del Campidoglio”.
Il primo cittadino dal canto suo ha diffuso una nota nella quale ha voluto esprimere a nome suo e di tutta la città di Roma la “profonda solidarietà ai tre giovani israeliani rapiti nei giorni scorsi” ed ha aggiunto che “Roma Capitale promuoverà altre iniziative di sensibilizzazione per tenere alta l’attenzione su questa drammatica vicenda”. La più importante finora ha avuto luogo domenica presso la sinagoga maggiore di Roma, dove si è tenuta una veglia di preghiera per la liberazione dei tre giovani israeliani.
Mario Di Ciommo