Il box office nel nostro paese risulta essere in piena crisi. Come scrive oggi Federico Pontiggia su Il Fatto Quotidiano, citando i dati Cinetel, sono 20 milioni gli spettatori “persi” tra il 2016 e il 2018: si è passati, infatti, da oltre 105 milioni di persone a circa 85 milioni e 900mila. Nello stesso periodo gli incassi sono scesi da 661 milioni a poco più di 550 milioni. Ma nel decennio che ci lasciamo alle spalle si è anche assistito ad un fenomeno economico-cinematografico da record: i film di Checco Zalone.
Non a caso il 2016 è stato l’anno di uscita dell’ultima pellicola del comico e regista pugliese, quel Quo Vado che fece da solo il 10% dei guadagni del box office italiano, pari a 65 milioni di euro. Cresce quindi l’attesa per Tolo Tolo, il nuovo film di Zalone che uscirà il prossimo Natale e che potrebbe essere ancora una volta il Re Mida del nostro cinema.
I primi dati su gennaio e febbraio di quest’anno, intanto, non sono affatto di buon auspicio: in particolare lo scorso mese è stato il peggiore dal 2013, con il saldo dei film italiani fortemente negativo. Unica nota positiva è stato Non ci resta che il crimine, la pellicola con Gassmann, Giallini, Leo e Tognazzi che ha incassato 4,7 milioni di euro e di cui il regista Massimiliano Bruno sta progettando un sequel.
Ma nella nostra top ten di incassi nel 2018 compare solo un film italiano: 10 giorni senza mamma, che ha fatturato 7 milioni e 159mila euro. In generale i titoli del nostro paese riescono sempre meno a guadagnare più di un milione di euro. Conquistano i vari festival, ma non si affermano tra gli spettatori comuni. L’ultimo esempio è C’è tempo di Walter Veltroni, che nonostante gli apprezzamenti degli esperti e il buon eco mediatico, ha portato al cinema appena 30mila persone in una settimana, ricavando appena 188.700 euro dalla vendita dei biglietti.