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HomeCronaca Cina, voli charter da otto Paesi, tra cui l’Italia- È il “green channel”

La Cina apre i collegamenti
voli charter da otto Paesi
c'è anche l'Italia

Pechino verso una corsia preferenziale

dopo la stretta a causa del coronavirus

di Serena Console28 Maggio 2020
28 Maggio 2020

Proseguono per il secondo giorno all'aeroporto di Fiumicino i controlli della temperatura corporea per tutti i passeggeri in arrivo. Gli accertamenti sono stati potenziati ulteriormente da ieri pomeriggio grazie ai nuovi termoscanner in dotazione ad Aeroporti di Roma - apparecchiature di ultima generazione che si aggiungono a quelli già disponibili nel 'corridoio' sanitario allestito nel 2016 - ed al supporto del personale sanitario, 5 febbraio 2020. ANSA/TELENEWS

La Cina tenta di rilanciare la sua economia bloccata dall’epidemia di coronavirus, attraverso la ripresa delle tratte aeree internazionali.

Il Dragone si avvia a lanciare un ‘green channel’. Si tratta di una corsia preferenziale per i voli charter da 8 Paesi, tra cui l’Italia. Il Global Times, in base a documenti della Civil aviation administration of China (Caac), l’agenzia che regola il trasporto aereo civile, cita nella lista anche Giappone, Corea del Sud, Singapore, Francia, Germania, Regno Unito e Svizzera. La mossa è un primo passo per sbloccare i collegamenti internazionali dopo la stretta decisa a marzo per contenere la pandemia e i contagi di ritorno.
Secondo quanto riportato dal documento dell’agenzia del trasporto aereo cinese, i vettori domestici o stranieri potranno avanzare le richieste con un periodo di esame per il rilascio delle relative autorizzazioni ridotto da 7 a 3 giorni.
Una decisione che, come confermato dal vicedirettore della Caac, Li Jian, porterà a un aumento considerevole del numero dei voli internazionali, incrementando gli scambi economici e commerciali.

La Cina aveva chiuso i suoi confini agli stranieri, compresi quelli con permessi di lavoro validi, alla fine di marzo, nel tentativo di frenare la diffusione del virus nel Paese.
Prima del provvedimento adottato da Pechino, l’Italia aveva deciso già in precedenza di sospendere i collegamenti aerei con il Dragone. 

Era il 31 gennaio 2020, quando il presidente del Consiglio Giuseppe Conte dichiarò di chiudere il traffico aereo da e per la Cina (ma anche Hong Kong, Taiwan e Macao). In Italia, c’erano solo due casi ufficiali di Covid, i due turisti cinesi ricoverati allo Spallanzani. La mossa non è piaciuta molto a Pechino, che ha visto una limitazione non solo del flusso turistico ma anche dei traffici commerciali.

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