La Federcalcio Cinese ha deciso di dire basta. Con un comunicato sul proprio sito nel quale definisce «irrazionali» i costi di trasferimento e ingaggio dei calciatori arrivati nell’ultimo mercato, chiede di apportare «apposite misure». Ieri a Wuham, nella Cina centrale, si è svolta una riunione tra Federazione e club della Super League. L’intenzione era quella di «tracciare una riforma del calcio nazionale e dello sviluppo del programma generale» recita il comunicato.
Sebbene non siano state rese ancora ufficiali, le linee guide dovrebbero essere due: un tetto al monte stipendi e un limite di giocatori stranieri. Cinque al massimo da tenere in rosa, tre in campo. Queste le misure che ha in mente l’organo federale per alzare il livello qualitativo del campionato. Non un torneo pieno zeppo di stelle che svernano, ma una rassegna competitiva in grado di fornire validi elementi alla nazionale. L’obiettivo infatti, e qui i vertici non si nascondono, è la qualificazione per i mondiali del 2026, soprattutto ora che è arrivata l’ufficialità delle 48 squadre. Ci sarà più spazio anche per i giovani: presto si dovranno necessariamente avere per ogni partita almeno due ragazzi cinesi nati dopo il 1994, di cui uno titolare.
Aggiustamenti che stridono con le campagne acquisti delle società. Di questi giorni è la super offerta che sta facendo tentennare l’attaccante del Chelsea Diego Costa. Il Tianjin di Fabio Cannavaro sarebbe disposto a garantire a lui 28,5 milioni di euro all’anno, e nelle casse del club londinese ne arriverebbero altri 94. La compagine di Tientsin è la più attiva sul mercato. Ha appena acquistato dallo Zenit Witsel (18 milioni di euro all’anno per lui), e punta sempre Kalinic, anche se ha abbassato un po’ la proposta. Dai 45 milioni promessi inizialmente alla Fiorentina si è passati a 30, più dieci da dare alla punta croata. Le squadre cinesi lo scorso anno hanno speso complessivamente 296 milioni di dollari, già ampiamente superati in questa sessione di mercato.