Con 2.958 voti favorevoli, solo due contrari e tre astenuti, Xi Jinping non ha più ostacoli davanti a sé. La Grande sala del Popolo esplode in un applauso lunghissimo. L’approvazione della riforma della Costituzione che toglie il limite dei due mandati presidenziali permetterà al leader cinese di rimanere al potere ben oltre il 2023.
Quella di Xi Jinping è stata un’ascesa al potere graduale e costante. Già dall’inizio del 2013, viene messo a capo di varie commissioni riguardanti gli aspetti più importanti della vita dello Stato comprese quella delle finanze e quella dell’integrazione tra i settori civile e militare.
“Xi è ora presidente per la vita, presidente per la vita – ha commentato Trump tra le acclamazioni e gli applausi dei militanti repubblicani – È stato in grado di farlo, penso che sia grandioso, forse un giorno dovremo farlo anche noi”. Sono, neanche a dirlo le parole del presidente degli Stati Uniti Donald Trump che ha elogiato Xi come “un grande gentiluomo” aggiungendo: “È il più potente presidente cinese in cento anni”. Parole che sorprendono, considerata la “guerra dei dazi” scatenata da Trump che vede la Cina tra i paesi più osteggiati.
Secondo alcuni esperti e osservatori politici, le mire di Xi non si fermano qui: sembra che tra le aspirazioni del presidente ci sia quella di diventare una sorta di “imperatore a vita”. Quando nel 2012 diventò segretario generale del Partito Comunista, promise di riportare la Cina al suo legittimo posto, e cioè al centro degli affari mondiali. L’ideologia di Xi Jinping è entrata ormai anche nella Costituzione cinese. Un culto e una concentrazione del potere senza precedenti nella Cina del dopo Mao Zedong.