“Con quattro pedalate li ripiglio tutti!”. Totò al giro d’Italia del 1948 aveva fatto un patto col diavolo per aggiudicarsi la corsa. Oggi in molti farebbero un accordo con Belzebù per arrivare primi a Milano, altri invece si “accontenterebbero” di montare un motorino sulla propria bici. Questo è quello che avrà pensato Mario Cipollini dopo la tappa dell’Abetone che ha visto Contador protagonista, peccato che a volte è meglio tacere ciò che si pensa, soprattutto se non ci sono prove per sostenere quello che si dice. L’uscita di Re Mario non è piaciuta agli organizzatori della corsa rosa, tantomeno all’attuale leader del Giro.
Il caso. Alberto Contador nella quinta tappa, all’inizio della salita dell’Abetone si è fermato e ha cambiato bicicletta. Il ciclista spagnolo ha poi concluso la frazione in scioltezza vestendo la maglia rosa. Durante la trasmissione Rai “Il processo alla tappa” Mario Cipollini ha invitato il campione ad evitare il cambio di bici per non alimentare sospetti legati al possibile utilizzo di un “motorino”. Il capitano della Tinkoff-Saxo ha replicato con sarcasmo e ha spiegato che il cambio del mezzo con materiali più leggeri dà un vantaggio in salita, una facilitazione non vietata dal regolamento, niente aggeggi strani insomma.
I retroscenisti, però, ricorderanno le polemiche di qualche anno fa che vedevano come protagonista Fabian Cancellara. Un video pubblicato su youtube da un amatore (ancora disponibile a questo link https://www.youtube.com/watch?v=G0NXGTKnwGY) dimostrava come il passista svizzero in occasione delle due vittorie al Giro delle Fiandre e alla Parigi-Roubaix, avesse azionato un pulsantino prima di attaccare nel finale.
Il cuscinetto magico. La colpevolezza di Cancellara non è stata mai provata, ma nel 2011 un servizio dell’attuale Ct azzurro Cassani per Raisport dimostrava come sia possibile truccare le biciclette senza darlo a vedere: Il dispositivo si avvierebbe con un leggero impulso alla pedivella (o un pulsantino) ed è capace di far girare la ruota per un minuto senza fermarsi. Il meccanismo si basa su un cuscinetto, un rotolo di sfere di grafite, e un olio molto complesso, che deriva da un misto di diverse sostanze.
Altro caso che ha fatto discutere è stato quello di Ryder Hesjedal alla Vuelta del 2014: il ciclista canadese dopo una caduta in discesa, rialzatosi, non riusciva più ad acciuffare la bicicletta la cui ruota posteriore ha continuato a girare per un po’. In quell’occasione l’atleta ha dato la colpa al forte vento.
Domenico Cappelleri