ROMA – Vietato esultare al traguardo. Lo dice l’Unione Ciclistica Internazionale (Uci), che ha introdotto una nuova specifica al regolamento che prevede delle sanzioni per gli atleti che rallentano durante lo sprint e tolgono le mani dal manubrio per festeggiare. Dal divieto sarebbe esonerato il vincitore, che dovrebbe dunque mantenere il diritto di alzare le braccia al cielo all’arrivo, mentre i suoi compagni di squadra avrebbero l’obbligo di tenerle sul manubrio, pena squalifiche e multe. L’Uci però non esclude la possibilità di estendere la regola anche a chi segna il traguardo per primo.
Un sistema di cartellini per le sanzioni
Sebbene non vi siano casi registrati di incidenti dovuti all’esultanza di qualcuno, la decisione è parte di un gruppo di misure punitive, adottate negli ultimi due anni per limitare i crescenti rischi di infortunio. Secondo l’Uci, all’origine di gran parte degli incidenti ci sarebbe proprio la condotta dei ciclisti. Per questo motivo, dal primo gennaio si utilizzerà un sistema di cartellini gialli e rossi per chi commette falli, per chi sgomita, taglia la strada o sale sul marciapiede nelle strettoie. Fino a poco tempo fa le irregolarità venivano segnalate soltanto alla fine della corsa, mentre adesso i cartellini verranno utilizzati anche nel corso delle gare.
La celebrazione delle squadre di corridori che conducono il loro capitano alla vittoria in volata è una delle tradizioni più amate nel ciclismo, tanto che la nuova misura ha suscitato non poche polemiche. In un’intervista apparsa sul Corriere della Sera Giuseppe Saronni, celebre ciclista italiano, ha commentato il provvedimento sottolineando che “se la regola venisse estesa al primo classificato sarebbe la fine di uno dei momenti magici di questo sport”. Con l’ultima regola si infuria la polemica intorno all’Uci, accusata di redigere regolamenti punitivi e di muoversi sostanzialmente contro i ciclisti.