Qualcuno forse pensava che Yanis Varoufakis fosse ormai scomparso dalle scene (“se lo semo tolto”, disse di lui Renzi nel 2015) dopo aver abbandonato il governo di Tsipras. In realtà l’ex ministro delle Finanze greco ha un proprio movimento già da qualche anno. Si chiama Diem25 e ha deciso di presentarsi alle elezioni europee 2019 con una lista transnazionale. Il progetto sarà presentato domani a Napoli insieme al sindaco della città, Luigi De Magistris.
“In tutta Europa i principali beneficiari delle scellerate politiche dell’establishment e della spettacolare incapacità della sinistra di articolare un programma politico credibile sono le forze nazionaliste o xenofobe. C’è urgenza di un nuovo progetto politico europeo e nazionale, serio e dirompente.” E’ con questo proclama che viene convocato l’incontro di domani alla Domus Ars partenopea organizzato da Varoufakis e De Magistris. Quest’ultimo parteciperà anche a nome del suo movimento politico, DemA.
I temi che la nuova lista affronterà alle elezioni europee del prossimo anno sono stati chiaramente specificati:
- Cambiamento climatico
- Migrazioni
- Evasione fiscale delle multinazionali
- Il ricatto del debito
- Emergenza lavoro
- Povertà crescente
- La democratizzazione dell’Unione Europea
Sarà presente anche Benoit Hamon, ex candidato alla Presidenza della Francia. Parteciperanno ai lavori, oltre a DemA, i partiti Alternativet (Danimarca), Bündnis – DiEM25 (Germania), DemA (Italia), Génération-s (Francia), Livre (Portogallo) eRazem (Polonia). Come osservatori, anche DEMOS (Romania), DiB (Germania), Partito Europeo dei Verdi, Partito Europeo della Sinistra, Levica (Slovenia), Nova ljevica and Zagreb Je NAŠ! (Croazia) e PCF (Francia).
Per Varoufakis l’organizzazione della lista transnazionale si è resa urgente dopo i risultati delle elezioni italiane. In un’intervista a La Stampa questo il suo giudizio sul responso: “Le urne hanno rafforzato le forze anti-europeiste esattamente come in ogni altro Paese europeo dove le istituzioni hanno insistito con fallimentari politiche basate sull’austerità, fingendo che fossero la soluzione della crisi sistemica”. E gli unici beneficiari dell’impasse sono stati “coloro che hanno investito in xenofobia e paura”, con particolare riferimento alle destre.