Il Comitato Priorità alla Scuola nasce, con un appello, il 18 aprile 2020, per chiedere la riapertura in sicurezza delle scuole a settembre. Sottoscritto inizialmente da circa un migliaio di persone, tra insegnanti e genitori, principalmente nella città di Firenze, ha raccolto oggi oltre 87 mila firme in tutta Italia. Ce ne ha parlato Francesca Morpurgo.
Cosa non ha funzionato secondo voi nella riorganizzazione dell’apparato scolastico durante la pandemia?
“C’è stata molta disorganizzazione, alcune scuole sono state lasciate a sé stesse e anche dopo l’apertura i protocolli non erano uguali per tutti. Le famiglie e i dirigenti sono stati lasciati nella confusione più totale e poi quest’anno c’è stato anche un altro problema con i docenti, perché hanno cambiato il meccanismo di reclutamento per la terza fascia e molte scuole non sono riuscite a trovare docenti per molto tempo e questo si è sommato a difficoltà già esistenti”.
La didattica a distanza ha avuto più pro o più contro? Sia per i ragazzi che per i docenti.
“Nella prima fase della pandemia è stato un bene che ci fosse, perché ha permesso di non interrompere la frequenza, le lezioni e il legame dei ragazzi sia con la classe che con gli insegnanti. Tuttavia credo che si sarebbe dovuta dare un’uniformità alle regole. Ora come ora noi riteniamo che la didattica a distanza debba essere considerato solo uno strumento temporaneo, che la chiusura delle scuole in questo momento non sia più necessaria e che la didattica a distanza abbia solo peggiorato le cose”.
Ha peggiorato proprio tutto? L’insegnamento, l‘apprendimento e il modo di vivere la scuola da parte dei ragazzi?
“Si certo, è stata positiva in una primissima fase ma poi è stata un grosso danno. Ora è importante fare tutto il possibile per rientrare a scuola in presenza al 100%. È questo quello che chiediamo ed è questo l’obiettivo che vogliamo raggiungere, perché in altri modi non può funzionare”.
Quindi cosa chiedete che venga fatto?
“Noi chiediamo che le scuole siano riaperte e che si faccia lezione in presenza. Nel lazio in particolare le scuole hanno riaperto ma con molti problemi. Atac non ha mantenuto le promesse fatte sull’aumento delle corse degli autobus per evitare affollamenti, per esempio”.
Ecco, il nodo trasporti è proprio uno dei problemi che sollevano i ragazzi.
“Si, hanno ragione, perché le corse in più non ci sono. La soluzione però non può essere chiudere ma mantenere le promesse fatte e far funzionare le cose. Perché è impensabile che per incapacità altrui si debba togliere un diritto fondamentale dei ragazzi come quello di andare a scuola. Molti psicologi oltretutto lamentano casi di malesseri psichici negli adolescenti nell’ultimo periodo e questo sicuramente vuol dire che una perdita importante di apprendimento c’è”.