In questi ultimi anni abbiamo imparato a conoscere Matteo Renzi e ne abbiamo seguito (chi con ansia, chi con preoccupazione) la fulminea scalata al potere: dalla Provincia al Comune di Firenze, e da qui alla segreteria del PD, fino a Palazzo Chigi.
Il cerchio visibile. Rottamatore di nome e di fatto, il velocissimo Renzi ha spesso lasciato indietro – per vari motivi – amici e collaboratori anche fidatissimi. Nel cerchio più visibile al grande pubblico, nei vari meeting all’ex stazione Leopolda accanto a Renzi si sono alternate figure più o meno carismatiche o comunque abituate a stare sotto l’occhio dei riflettori, rimaste però oggi tutte ai margini del microcosmo renziano: dall’ex direttore di Canale 5 Giorgio Gori, al telegenico finanziere Davide Serra; dallo scrittore Alessandro Baricco al fondatore di Eataly Oscar Farinetti, che ha recentemente aperto proprio a Firenze il suo ultimo megastore, ma poi si è sfilato fuori con eleganza dal totoministri, che lo indicava come possibile candidato all’Agricoltura.
Luca Lotti. Molto meno noti, ma perseveranti, sono invece i suoi veri consiglieri politici: Luca Lotti e Marco Carrai, che – nonostante la giovane età di tutti e tre – lo accompagnano da molti anni. Lotti, 31 anni, empolese, conosce Renzi nel 2005, ai tempi del mandato come presidente della Provincia, e poi nel 2009 lo segue anche a Palazzo Vecchio. Quando nel 2012 il sindaco di Firenze perde al ballottaggio le primarie del centrosinistra contro Pier Luigi Bersani, il suo mediatore sulle regole, Roberto Raggi, cade in disgrazia, e viene sostituito da Lotti, che tratta con l’entourage del candidato premier emiliano una cinquantina di candidature per gli «amici» di Renzi (tra cui se stesso) da portare in Parlamento grazie alle maxi liste bloccate del Porcellum. Dopo le dimissioni di Bersani, il reggente Guglielmo Epifani lo inserisce nella propria Segreteria, con l’incarico – molto importante, nell’ottica renziana – di responsabile degli Enti Locali.
Il resto è storia recente: dopo l’elezione diretta a segretario del PD Renzi lo conferma in Segreteria, assegnandogli lo strategico incarico all’Organizzazione (quello che nel 2012 ricopriva il bersaniano Nico Stumpo, l’inflessibile “guardiano delle regole”) e una volta entrato a Palazzo Chigi lo nomina addirittura sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Editoria, uno degli incarichi più delicati.
Marco Carrai. Ancora più schivo è il 38enne Marco Carrai, politico e imprenditore ultracattolico di Greve in Chianti. Sodale di Renzi fin dal 1994, ai tempi del Partito Popolare Italiano: Renzi segretario provinciale e Carrai delegato all’organizzazione. Dieci anni dopo, ai tempi della Margherita, la coppia è ancora insieme: Renzi presidente della Provincia e Carrai contemporaneamente capo segreteria e consigliere comunale. L’idillio si raffredda momentaneamente nel 2009, quando il giovane Matteo vince a sorpresa le primarie fiorentine e subito dopo viene eletto sindaco. Senza polemiche, Carrai lascia la politica attiva e si dedica alla sua azienda vinicola. Ma è solo una pausa momentanea: in breve tempo raggiunge di nuovo Renzi a Palazzo Vecchio come consigliere a titolo gratuito e poi ne diventa l’uomo di fiducia in varie aziende partecipate dal Comune: da FirenzeParcheggi alla Cassa di Risparmio, dal prestigioso Gabinetto Viesseux, custode delle tradizioni culturali fiorentine, fino alla presidenza dell’aeroporto di Peretola.
Soprattutto, però, Carrai ha i contatti giusti, quelli che contano: «amico degli amici (e dei finanziatori delle campagne per le primarie) del sindaco», è in ottimi rapporti con l’ambasciatore di Obama, John Philips, ma da buon cattolico è ben introdotto anche nei circoli conservatori antiabortisti a stelle e strisce. Del resto, la politica estera sembra essere uno dei suoi interessi principali: è sempre stato al fianco di Renzi in tutti i suoi viaggi all’estero, dalla convention dei Democratici USA agli incontri con Tony Blair o la cancelleria Merkel. Fedele alla sua linea di discrezione – tanto che si parla di lui come del «Gianni Letta di Renzi» – Carrai non ha alcun incarico ufficiale nel Governo Renzi. Ma sono il molti a sussurrare che il suo ruolo peserà, eccome.
Alessandro Testa