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HomeCultura ChatGPT e Studio Ghibli, lite sui meme (che piacciono a Musk) tratti dai film di Miyazaki

Ghiblification, il nuovo trend
di ChatGPT conquista i social
Controversia sul copyright

La funzione piace anche a Musk

Miyazaki: contrario a questa tecnologia

di Chiara Di Benedetto28 Marzo 2025
28 Marzo 2025

Il post di Elon Musk su X con l'immagine generata su Chatgpt

ROMA – Come apparirebbe la nostra vita se fosse disegnata da Hayao Miyazaki? Quale sarebbe il nostro aspetto se fossimo dei personaggi dello studio Ghibli? Sono queste le domande che negli ultimi giorni molti utenti del web si sono posti e a cui ChatGèT è riuscito a rispondere. Nelle ultime 48 ore i social si sono riempiti di immagini in “stile Ghibli”, quello di capolavori dell’animazione giapponese come “Il mio vicino Totoro”, “La città incantata” e “Il castello errante di Howl”.

Come funziona il nuovo tool di ChatGPT

Chiunque può ottenere una di queste immagini. Basta avere la versione a pagamento di ChatGPT, caricare la foto che si vuole trasformare sulla chat e chiedere all’Ia di trasfigurarla nello stile dei film di Miyazaki. Più che un trend dei social ormai sta diventando un vero e proprio fenomeno culturale, che qualcuno ha ribattezzato “ghiblification”.

Il trend che piace anche a Musk, storico avversario di OpenAi

Tutti, ma proprio tutti, vogliono vedersi in un’illustrazione della Ghibli, persino Elon Musk. Il patron di Tesla e X infatti, da sempre acerrimo nemico di OpenAi, non è riuscito a resistere alla curiosità, ha sperimentato la nuova funzione di ChatGPT e ha condiviso il risultato su X: nell’immagine, che ricalca un fotogramma del film d’animazione Disney “Il re leone”, si vede Musk-Rafiki che solleva in aria un Simba con le sembianze di un cane shiba, il simbolo del Dogecoin (la criptovaluta di Musk), il tutto in stile Ghibli. Anche Sam Altman, l’amministratore delegato di OpenAi, ha impostato come foto profilo di X una sua immagine in stile Miyazaki.

La disputa sul copyright

Lo studio Ghibli, però, non ha gradito la nuova funzione di ChatGPT, che potrebbe violare i diritti sul copyright e la volontà dello stesso Miyazaki, che già nel 2016 si era infuriato durante una dimostrazione dell’utilizzo dell’Ia da parte del suo staff, definendolo “un insulto alla vita stessa”. Non è la prima volta che OpenAi si scontra con il diritto d’autore, un portavoce di Altman ha già risposto alle accuse sottolineando che l’obiettivo dell’azienda è dare agli utenti “la massima libertà creativa possibile”.

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