L’andata degli ottavi di finale si conclude con un bilancio pesantemente negativo per le italiane. Dopo gli scivoloni di Juventus e Lazio anche l’Atalanta viene sconfitta dal Real Madrid, chiudendo un quadro da horror. Le sfide uscite dalle urne di Nyon non erano favorevoli alle compagini nostrane (almeno due su tre, Juventus esclusa), ma nonostante non ci fossero i favori dei pronostici i risultati sono stati anche più negativi del previsto.
Discorso a parte, come detto, per la Juve. Inizialmente i bianconeri hanno accolto positivamente la notizia di dover sfidare il modesto Porto, evitando gli spauracchi di seconda fascia Atletico Madrid e Barcellona. La squadra di Pirlo è rea, forse, di aver sottovalutato l’avversario. L’errore macroscopico di Betancur in avvio è sicuramente imputabile alla possibilità di commettere errori intrinseca alla natura umana. E’ mancata, tuttavia, anche la concentrazione necessaria in questo tipo di palcoscenici. La Juve nell’arco dei novanta minuti non è mai parsa in grado di poter ribaltare con forza le sorti del match, contro un avversario decisamente meno quotato, ma molto tenace e opportunista nel capitalizzare al massimo ogni occasione concessa. Urge un esame di coscienza in vista del ritorno, soprattutto considerato che il Porto proverà a serrarsi in difesa per valorizzare il risultato positivo dell’andata.
La Lazio invece è finita in pasto al Bayern Monaco, come prevedibile ancora la squadra da battere del torneo. Nonostante tutto non doveva andare così male, i biancocelesti sono stati una vittima sacrificale sin da subito. Il primo tempo finisce 0-3 e la pratica è chiusa anzitempo e con comodità dai bavaresi, che oltre alla superiorità tecnica sfruttano delle inspiegabili amnesie difensive dalla squadra di casa. “Sapevamo che erano forti. Ma i gol dovevano farseli da soli”, ha ammesso infatti uno sconsolato Filippo Inzaghi a fine partita. Non è evidentemente stato così.
Ha chiuso il turno l’Atalanta, che, a differenza delle altre, non ha sfigurato affatto nella sconfitta di misura contro il Real. La gara è stata condizionata da una decisione pesante del direttore di gara, che ha espulso Freuler al 16esimo minuto, costringendo i bergamaschi a giocare tutto il match in dieci. La decisione severa del fischietto tedesco non ha abbattuto tuttavia l’animo coriaceo della Dea che, costretta a difendersi per tutto l’arco della partita, non ha subito il contraccolpo psicologico e ha reso quasi inoffensivi i “galacticos”, pur in superiorità numerica. Nel finale è arrivato però il gol con una conclusione estemporanea da fuori di Mendy, che ha calciato col suo piede debole sorprendendo Gollini (e anche Zidane in panchina). Per i valori visti in campo l’impresa contro la squadra più titolata del mondo pare tutt’altro che fuori dalla portata per i nerazzurri, che hanno pagato anche l’infortunio di Zapata in avvio di gara.