“Mi sembra incredibile che persone che sono state insieme fino a poco fa oggi siano divise. Dovrebbero discutere del merito”. Così Walter Veltroni a ‘Radio anch’io’ commenta il dibattito interno a sinistra. La galassia della sinistra fatica a sedersi a un tavolo comune per confrontarsi.
Renzi in Direzione. “Non c’è una leadership solitaria. Chi vuole dare una mano è benvenuto”. Il segretario del Pd Matteo Renzi apre al gioco di squadra. “Siamo alle porte della campagna elettorale. Lo sforzo unitario che si chiede all’esterno va praticato in primis da chi dirige”. È un’apertura, quella dell’ex premier, che riconosce alcuni limiti e rivendica quanto fatto fino a oggi dal partito. E “se qualcuno si tira indietro ora da questo invito unitario se ne assume la responsabilità. Non c’è un disegno alternativo” avverte.
La risposta di Mdp. Il bersaglio grosso a cui punta il segretario del Pd è la galassia della sinistra fuori dal Pd. Pierluigi Bersani fa sapere che “le chiacchiere stanno a zero”. Per trovare “maggiore sintonia con il Pd servono i fatti”, precisa. “Si preoccupa sempre di rivendicare quello che si è fatto. Purtroppo milioni di elettori non sono d’accordo. E’ un elettorato che del centrosinistra a guida Pd e del Pd a guida renziana non ne vuol sapere”. Bersani chiede un centrosinistra più in sintonia con la vita dei cittadini e un cambio sulle proposte.
Il deputato Mdp Michele Ragosta manda invece un messaggio a Campo Progressista e Giuliano Pisapia: “Chi chiude le porte al dialogo e al confronto con il Pd è miope e rancoroso”.
Appello raccolto. Chi raccoglie l’appello all’unità è Michele Emiliano. Nel suo intervento in Direzione, si unisce allo sforzo per aprire alla costruzione della coalizione del centrosinistra. In direzione Andrea Orlando, guida della minoranza Pd, parla di “vicolo cieco” che si può “determinare a livello nazionale in assenza di una proposta politica strutturata”.
“Chiedo ai vari schieramenti della sinistra di sedersi a un tavolo e confrontarsi” ha detto Veltroni. Il rischio è anche quello di consegnare l’Italia alle destre e ai populismi. “Mi auguro un Pd inclusivo. La sinistra è specialista nella scissione, invece che valorizzare le differenze che possono essere virtuose. Spero che i dirigenti capiscano che da soli non si va da nessuna parte”.