HomeCronaca Centomila scout in Vaticano dal Papa: «Fate ponti, oggi in troppi fanno muri»

Centomila scout in Vaticano dal Papa: «Fate ponti, oggi in troppi fanno muri»

di Alessandro Testa15 Giugno 2015
15 Giugno 2015

Agesci dal PapaPiazza San Pietro tutta colorata di azzurro. Migliaia di giovani scout lungo tutta via della Conciliazione e perfino sulla terrazza dei sacri palazzi. E’ stato certamente il più grande raduno nella storia dell’Associazione guide e scout cattolici italiani (Agesci) quello di ieri mattina in Vaticano con papa Francesco. Più affollato perfino di quello del 2004 intitolato La nostra Promessa con te: l’ultimo con Giovanni Paolo II, il papa che prima e più di chiunque altro ha saputo creare un legame profondo con i giovani.

I doni a Francesco. Dopo una lunga animazione gestita in proprio, alle 11.30 compare Francesco, che attraversa tutta la piazza in papamobile, tra grida di gioia e migliaia di foto. L’Agesci «è un’associazione di ragazzi, accompagnati nella loro crescita da giovani adulti e adulti meno giovani», spiega una responsabile dal sagrato. Dunque ogni fascia d’età offre simbolicamente qualcosa al pontefice: il pane, consegnato da un lupetto e da una coccinella; poi la terra di tutte le regioni d’Italia, portata da due esploratori; e le bende con cui replicare ogni giorno la carità del buon samaritano, consegnate da un rover e una scolta prossimi alla maggiore età. Infine il Vangelo – che tutto racchiude in sé – portato da due capi, un uomo e una donna.

«Fate ponti». Papa Francesco ricambia con la sua parola: «Voi siete una parte essenziale della chiesa», esordisce, e poi ricorda applauditissimo la telefonata che fece lo scorso agosto agli scout di 16-20 anni, riuniti nella pineta di Pisa-San Rossore per scrivere la loro Carta del Coraggio. Dopo l’elogio del metodo scout – «che educa alla libertà nella responsabilità» – Francesco ricorda la dote universalmente riconosciuta ai ragazzi col fazzolettone al collo, la loro semplicità: «la capacità di dialogare, di fare ponti». Per questo gli chiede di andare avanti così, ma allo stesso tempo sprona anche ogni gruppo locale affinché sia sempre parte attiva nella parrocchia in cui ha la propria sede, «frequentando, insieme con i loro coetanei, i gruppi di catechesi e formazione cristiana, in vista di un nuovo fervore evangelizzatore».

L’udienza finisce con il Papa che augura agli scout «buon cammino»: le centomila camicie azzurre sventolano i loro fazzolettoni dai mille colori in segno di saluto e poi lasciano piazza San Pietro in lunghe file ordinate. Cantando, si avviano a riprendere la propria «scelta educativa e di evangelizzazione fino ai confini del mondo, non solo in senso geografico, ma esistenziale. Verso le periferie del vivere umano, là dove il messaggio di Cristo è più atteso e cercato».

Lo scoutismo in Italia e nel mondo. Fondato nel 1907 dal generale inglese Robert Baden-Powell, il movimento scout è diffuso in tutto il mondo, attraverso associazioni nazionali che rispecchiano le rispettive peculiarità. Esistono infatti associazioni laiche (o pluriconfessionali) ed associazioni legate direttamente a una o più religioni (scout cattolici, protestanti, ortodossi, ebrei, islamici, ecc). In Italia lo scoutismo è nato in forma laica nel 1912 con i Giovani esploratori italiani (Gei), affiancati nel 1916 dall’Associazione scoutistica cattolica italiana (Asci). Entrambe le associazioni sono state sciolte dal fascismo tra il 1927 e il 1928. Dopo gli anni di clandestinità e poi quelli della Resistenza, il movimento è rinato nel dopoguerra a forte predominanza cattolica. Oggi l’Agesci rappresenta infatti circa il 90% del movimento scout in Italia, con circa 177mila soci.

Alessandro Testa

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