Cento anni fa, il 14 settembre del 1917, nasceva un’icona dell’arte italiana. Ettore Sottsass, morto nel 2007 a 90 anni, fu tra i più importanti designer e architetti del nostro Paese. Ma non solo. Fu anche fotografo, pittore e ceramista. 60 anni di onorata carriera, durante la quale Tsossas realizzò veri e propri capolavori. Tra questi “Valentine”, meglio conosciuta in Italia come la “portatile rossa”. La macchina da scrivere dell’Olivetti fu molto apprezzata per la sua praticità e per il suo prezzo.
Nato a Innsbrukk da padre architetto, Sottsass si laureo al Politecnico di Torino in architettura nel 1939. Nel 1947 si trasferì a Milano, dove intraprese la carriera di designer. A renderlo celebre in tutto il mondo fu la sua collaborazione con Olivetti. Nel 1969 progettò insieme Perry A. King l’iconica “Valentine”. Gli anni ’80 furono invece un periodo di riflessione per il maestro. Insieme ad altri colleghi fondò “Menphis”. Un gruppo di artisti – di cui fecero parte anche Alessandro Mendini, Andrea Banzi, Arata Iszokaki e Barbara Radice – che contrastò lo stile minimalista dell’epoca. I progetti di mobili e oggetti si ispirarono alla pop art, al kitsh e all’art decò. Negli ultimi anni di vita si dedicò alla critica e alla sua autobiografia, pubblicata dopo la morte da Adelphi con il titolo “Scritti di notte”.
Per il centenario della nascita del maestro la Triennale di Milano ha deciso di dedicargli una mostra. “Ettore Sottsass, There is a planet”, visitabile dal 15 settembre all’11 marzo, esplora tutti i passaggi della vita dell’artista. Michele De Lucchi e Cristoph Radl, grandi amici di Sottsass, hanno firmato il progetto di allestimento. Ma a coordinare l’intero lavoro è stata Barbara Radice, scrittrice e compagna di una vita del designer. “Ettore è una specie di arcipelago. Non importa sapere se e quale isola sia più attraente, perché lui non è descritto da nessuno. È tutte le isole insieme”, ha scritto nel catalogo della mostra.