Il sentimento che più rappresenta gli italiani? L’incertezza. Questa la risposta per il 65% dei nostri connazionali: la crisi economica, l’ansia per il futuro e la sfiducia verso il prossimo hanno contaminato il tessuto sociale del nostro Paese. C’è poi diffusa consapevolezza dell’aumento di razzismo ed antisemitismo e il 48% vorrebbe “un uomo forte al potere”. Questo è il quadro che emerge dal 53° rapporto del Censis sulla situazione sociale dell’Italia, che parla chiaramente di un logoramento degli “stratagemmi individuali di difesa” e di “crescenti pulsioni antidemocratiche”.
Più intolleranza verso le minoranze
Secondo il 69,8% degli italiani nell’ultimo anno sono aumentati gli episodi di intolleranza e razzismo verso gli immigrati. I valori più elevati sono al centro (75,7%) e al sud (70,2%), tra gli over 65 (71%) e le donne (72,2%). Il 50,9% di chi è convinto che ci sia un aumento degli episodi di razzismo li attribuisce alle difficoltà economiche e all’insoddisfazione generale. Il 35,6% pensa invece che siano dovuti all’aumento della paura di essere vittima di reati, il 23,4% ritiene “dai troppi immigrati” e il 20,5% è convinto che gli italiani siano poco aperti e disponibili verso gli stranieri. Per il 58% della popolazione, poi, è in aumento anche l’antisemitismo.
Ansia crescente da smartphone
Dall’indagine emerge anche una crescente “ansia” da smartphone, il cui numero nel 2018 ha superato quello delle tv nel nostro paese: in particolare, nelle case degli italiani, ci sono 43,6 milioni di smartphone e 42,3 milioni di televisori. Il 73,8% dei connazionali possiede un telefonino “intelligente”: il 25,8% di loro non esce di casa senza il caricabatteria, mentre il 50,9% controlla il telefono come primo gesto al mattino o l’ultima attività della sera prima di andare a dormire. Sono stati i giovani under 30 i maggiori consumatori, passando da un’utenza del 26,5% nel 2009 all’86,3% nel 2018. A partire dal 2016 si registra una crescita imponente anche tra i giovani adulti (30-44 anni), fino al 90,3% di oggi.
Paura della violenza sulle donne
Tra gli italiani cresce poi la paura della violenza sulle donne: per il 73,2% del campione si tratta di un problema reale, che mostra come in Italia ci sia ancora una forte disparità tra uomini e donne, mentre il 23,3% è convinto che sia un problema di una piccola minoranza emarginata. Tra il 1° agosto 2018 e il 31 luglio 2019 nel nostro paese ci sono stati 92 omicidi di donne in ambito familiare e affettivo. Le denunce per maltrattamenti contro familiari e conviventi erano 15.626 nel 2017 e, nell’80% dei casi, la parte offesa era una donna. Le violenze sessuali denunciate nel 2018 sono state 4.887, +5,5% in un anno.
Sempre più diplomati e laureati all’estero
Tra il 2013 e il 2017, inoltre, è aumentato – e di molto – il numero di laureati (+41,8%) e quello dei diplomati (+32,9%) trasferiti all’estero. Nel 2017 il 31,1% degli emigrati con almeno 25 anni era in possesso di un titolo di studio di livello universitario e il 53,7% aveva tra i 18 e i 39 anni.
Aumenta l’ambientalismo e rimane la voglia di Europa
Contemporaneamente il rapporto segna un’aumento dell’etica ambientalista negli studenti: per il 73,9% dei 1.012 dirigenti scolastici intervistati è un effetto delle battaglie di Greta Thunberg: il 60,9% di loro ritiene che i propri alunni siano molto sensibili e partecipi delle esperienze che la scuola propone al riguardo. Tra gli italiani, infine, resiste la voglia di Europa: il 62% è convinto che non si debba uscire dall’Unione europea, ma il 25% è favorevole all’Italexit. Se poi il 61% dice no al ritorno della lira, il 24% è favorevole.