L’Italia è il paese che crea meno posti di lavoro nell’Unione Europea. Questo uno dei dati occupazionali che emergono dal secondo rapporto del Censis-Eudaimon sul welfare aziendale. Nello studio sull’insieme delle iniziative del datore di lavoro volte a incrementare il benessere dei dipendenti spiccano i dati sul lavoro giovanile. Sono sempre meno, infatti, gli under-35 con un lavoro stabile. La situazione è in netto calo rispetto al 1997, quando i giovani tra i 15 e i 34 anni rappresentavano il 39,6% degli occupati, mentre nel 2017 sono scesi al 22,1%. I millennial sono presenti prevalentemente nel settore alberghiero (39%) e nel commercio (27,7%).
Dal rapporto emerge che negli ultimi dieci anni (2007-2017) il numero degli occupati nostrani è diminuito dello 0,3%. Diversamente dalla Germania e dalla Francia, dove le percentuali salgono rispettivamente dell’+8,2% e del 4,1%. In Italia si creano dunque meno posti di lavoro, con un aumento delle disuguaglianze retributive tra operai e dirigenti.
Al tempo stesso in Italia chi lavora, lavora sempre di più. Sulla base del rapporto il 50,6% dei lavoratori afferma che negli ultimi anni “si lavora di più, con orari più lunghi e con maggiore intensità”. Nell’ultimo periodo, secondo il rapporto, sono infatti aumentati i lavoratori notturni e nei giorni festivi.
Il rapporto, infine, sottolinea l’indice di gradimento del welfare aziendale. Da una indagine su 7.000 lavoratori che ne beneficiano, l’80% ha espresso una valutazione positiva. “Ci sono le condizioni per fare del welfare aziendale la leva per creare una comunità al lavoro”, sottolinea l’amministratore delegato di Eudaimon, Alberto Perfumo. “Si può andare – aggiunge – molto al di là dei risparmi fiscali e puntare dritti a più produttività e più benessere”.