Si chiama JCVI-syn3A la prima cellula creata in laboratorio in grado di replicarsi. Il merito della scoperta va a i ricercatori del J. Craig Venter Institute (JCVI) di Rockville, negli Stati Uniti, affiancati dagli studiosi del National Institute of Standard and Technology (NIST) e del Massachusetts Institute of Technology (MIT).
Questa scoperta, pubblicata sulla rivista scientifica Cell, potrebbe portare ad una rivoluzione nel mondo delle biotecnologie. Infatti le cellule progettate al computer e coltivate in provetta sono in grado di crescere e riprodursi in copie perfette. Proprio dal processo di replicazione nascono vere e proprie colonie di cellule jolly, in grado di svolgere ogni compito necessario.
Potrebbero essere programmate per produrre farmaci o vaccini. In particolare, si pensa ad un loro utilizzo come dei sensori in grado di riconoscere malattie e consegnare il principio attivo di un farmaco direttamente nel luogo dell’organismo in cui serve. O anche per bonificare suoli, falde acquifere o stagni d’acqua contaminati. Infine per creare carburanti innovativi, che non debbano fare affidamento sui combustibili fossili. Gli scienziati non escludono possano essere la base per cibi del futuro, meno costosi e meno impattanti sulla natura, e più nutrienti.
Questa cellula sintetica è una versione avanzata di JCVI-syn3.0, annunciata sulla rivista Science nel marzo 2016, cinque anni fa esatti, proprio dallo stesso team di scienziati. Quella prima versione non era però in grado di replicarsi correttamente. Il suo processo di divisione cellulare era difettoso e generava cellule ogni volta diverse, di forma e grandezza irregolari. Invece JCVI-syn3A ha 19 geni in più. Sette di questi sono quelli chiave, che le permettono di moltiplicarsi senza problemi.