«Il Mediterraneo è una sintesi di popoli e di culture. Dobbiamo evitare che diventi un cimitero di ecosistemi e esseri umani». Con queste parole pronunciate con preoccupazione e dolore l’ambasciatore spagnolo presso la Santa Sede, Eduardo Gutiérrez Sáenz de Burraga, ha aperto l’appuntamento “Mare ultimo Eden, la via biblica all’ecosostenibilità” durante il quale sono stati celebrati i 30 anni dell’associazione “Marevivo” alla quale erano presenti i diplomatici dei paesi che affacciano sul Mediterraneo.
Inquinamento, trasporto di sostanze pericolose, stragi di cetacei, metodi di pesca illegali e distruttivi, abbandono nel mare aperto di sostanze tossico-nocive: sono queste le pratiche devastanti che mettono a repentaglio la vita dei nostri mari, degli ecosistemi e di conseguenza l’esistenza della specie umana. Rosalba Giugni, presidente di Marevivo, ha annunciato con viva soddisfazione che il Ministero dell’Istruzione ha deciso di portare sui banchi di scuola l’educazione ambientale.
Emmanuele Emanuele, figura a tutto campo nelle scienze e vincitore di numerosi premi per la sua attività di ricerca, docente universitario che è stato consulente del Ministero per i beni e le attività Culturali ha ricordato quanto sia urgente recuperare anche la dimensione politica del Mediterraneo. Un mare che è stato storicamente sintesi di cultura e convivenza e che oggi è esposto a una grave crisi umanitaria. Ha esortato l’unione di sinergie diplomatiche e azioni concrete nei paesi, anche quelli islamici del Nordafrica, volte a favorire stabilizzazione e benessere di tutti popoli uniti dal “Mare Nostrum”.
Ferdinando Boero, biologo marino, ordinario di zoologia all’Università del Salento e associato del CNR, ha spiegato che continuando a sfruttare irresponsabilmente le risorse naturali si rischia di superare il limite della sostenibilità. Per lui l’ecologia è più semplicemente l’economia della natura, se dovesse verificarsi un default dell’ambiente i rischi sarebbero ben diversi da quelli finanziari. Andare contro natura forzando ogni tipo di limite produttivo metterà a repentaglio l’esistenza del genere umano.
Monsignor Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, ha ricordato le recenti parole di Papa Francesco sulla custodia del creato e l’enciclica che sarà pubblicata in primavera. Un coro unanime fra fede e scienza.
E.B. – S.D.M.