“La scelta di candidare Mario Draghi al Quirinale sarebbe inopportuna”. Stefano Ceccanti, costituzionalista e deputato del Pd, ha una posizione netta e per certi versi sorprendente sull’argomento semipreidenzialismo e stagione di Draghi a Palazzo Chigi.
In un’intervista alla Stampa dello scorso 27 settembre, il vicesegretario federale della Lega Giancarlo Giorgetti aveva dichiarato: “Con Mario Draghi al Quirinale il ruolo del Colle cambierebbe”. Il primo ministro “diventerebbe come Charles de Gaulle”.
Cosa pensa dell’eventualità prospettata da Giorgetti? E di una eventuale modifica della forma di governo in senso semipresidenziale sul modello francese?
“Le questioni vanno tenute rigorosamente distinte. Se si vuole fare un ragionamento di riforma delle istituzioni, compresa l’introduzione del modello francese se ne può discutere, ma questo non ha nulla a che fare con la scelta del prossimo candidato al Quirinale, che avviene a Costituzione invariata e dove la scelta di Mario Draghi sarebbe inopportuna, perché è ampiamente preferibile che resti a guidare il governo del Paese”.
La prossima riforma elettorale sarà orientata in senso maggioritario o proporzionale?
“L’unica alternativa realistica alla legge elettorale in vigore è un modello simile a quello dei Comuni, dove non ci siano collegi uninominali, ma liste coalizzate tra di loro, e che possano così prendere un premio di maggioranza in caso di vittoria. Secondo me è questa l’unica alternativa ragionevole”.