Questa mattina, mentre la terra italiana trema ancora, Sergio Mattarella riparte con urgenza da Betlemme per raggiungerla. “Il fatto che non ci siano vittime ci dà sollievo ma non impedisce che ci si renda conto della gravità di quello che è accaduto, delle gravi conseguenze del terremoto” aveva detto ieri, da Gerusalemme. È stato nuovamente dichiarato lo stato d’emergenza, rientrato da qualche settimana dopo le scosse di agosto, e il presidente Renzi è tornato nelle zone colpite a constatare i danni.
Qui si è scontrato con la commovente determinazione dei marchigiani, che chiedono tendopoli pur di non abbandonare le loro case distrutte. Il commissario dei terremoti Vasco Errani ed il capo della protezione civile Fabrizio Curcio hanno stimato 100mila sfollati in cerca di sistemazione nei prossimi mesi. C’è bisogno di strutture che fronteggino l’inverno precoce dell’entroterra e di arricchire in fretta l’elenco di paesi che necessitano finanziamenti ed aiuti.
Il Consiglio dei Ministri straordinario di ieri ha annunciato un decreto legge che accorcerà le procedure d’emergenza e concederà poteri più estesi alla protezione civile. All’incontro partecipavano anche i presidenti delle regioni Abruzzo, Marche, Umbria e Lazio. Il provvedimento sul sisma che ne è venuto prevede quattro fasi. La prima è la gestione immediata dell’emergenza, con spostamenti della popolazione per periodi limitati. La fase intermedia dei container, che Renzi assicura “arriveranno prima di Natale”. Seguita dal periodo, almeno semestrale, che i terremotati trascorreranno nelle casette di legno provviste in questi mesi. In ultimo la ricostruzione, che comincerà da primavera quando i fondi (anche quelli europei) saranno stati opportunamente incanalati. Frattanto è stata inaugurata la misura “Strade-sicure”, che ha portato 500 militari sui luoghi del sisma, per scongiurare qualsiasi forma di sciacallaggio.
Dall’estero arrivano solidarietà ed appoggi: Putin ha telefonato a Renzi, mettendosi a disposizione per eventuali collaborazioni in campo energetico. L’UE assicura un solido impiego del fondo europeo per il sisma italiano, chiarendo che però le richieste riguardanti il Piano Casa Italia continuano a non rientrare nel campo emergenze. Mettere in sicurezza case e scuole in territori non a rischio non farebbe parte di misure eccezionali. “Tutto quello che l’Italia richiederà sarà opportunamente vagliato dai criteri, ma chi dice che speculiamo sui disastri fa populismo a buon mercato” ha detto un portavoce della Commissione Europea.
Renzi ha assicurato: “Non c’è nessun braccio di ferro con l’Europa, ricostruiremo tutto: anche le chiese, anche le realtà turistiche e commerciali. Dobbiamo dimostrare chi siamo: persone che – a differenza di alcune vicende del passato – sanno fare opere pubbliche senza sprechi e senza ladri”.