È arrivata la prevedibile mossa della Corte costituzionale di Madrid. La Consulta spagnola ha infatti sospeso in via precauzionale la sessione plenaria del parlamento catalano, convocata per lunedì.
Il presidente della Catalogna Carles Puigdemont aveva infatti espresso la volontà di discutere in aula del risultato del referendum del primo ottobre. Un gesto che avrebbe potuto portare direttamente lunedì a una dichiarazione di indipendenza. Adesso invece lo stop della Corte costituzionale spagnola: accolto in poche ore il ricorso presentato questa mattina dal Partito socialista catalano (Psc), referente in Catalogna del Psoe spagnolo, contro la convocazione dell’assemblea di lunedì.
Tuttavia, nel settembre scorso il parlamento catalano, nel quale gli indipendentisti hanno la maggioranza assoluta, si era cautelato contro questa possibilità. L’assemblea infatti ha approvato una normativa, anch’essa bocciata dalla Consulta di Madrid, che prevede che in caso di vittoria del “Sì” al referendum sarebbe subito entrata in vigore una legge di transizione, di valore superiore alle decisioni di qualsiasi corte spagnola. Resta da capire, adesso, se il parlamento della Catalogna deciderà di applicare tale norma portando agli estremi la rottura con il governo centrale.
Nel frattempo, si tenta il dialogo tra i vari partiti per far rientrare la crisi catalana. Il primo ministro spagnolo Mariano Rajoy ha chiesto a Puigdemont di rinunciare «nel più breve tempo possibile» al suo progetto di indipendenza unilaterale. Aggiungendo che una soluzione del genere, con il «veloce ritorno alla legalità», eviterà «danni maggiori».