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HomePolitica Santanché, retromarcia sul “Chissenefrega”. “Se Meloni me lo chiedesse lascerei”

Retromarcia di Santanché
sul "Chissenefrega"
"Lascio se Meloni lo chiede"

La ministra contro la stampa:

"Parole non mie, solo ricostruzioni"

di Tommaso Di Caprio28 Gennaio 2025
28 Gennaio 2025

La ministra del Turismo Daniela Santanché in aula al Senato | Foto Ansa

ROMA – “I giornali possono scrivere quello che vogliono, ma non scrivere quello che non ho detto. Sono una donna di partito ed è evidente che se il mio presidente del Consiglio mi chiedesse di dimettermi io non avrei dubbi”. È questa la linea scelta dalla ministra del Turismo, Daniela Santanché, finita al centro della bufera mediatica per aver rilasciato alcune dichiarazioni apparse sulla stampa italiana. Da Gedda, in Arabia Saudita, in occasione della tappa nel Paese del Golfo del veliero della Marina Italia, Amerigo Vespucci, la ministra di Fratelli d’Italia aveva escluso in modo categorico le sue dimissioni da responsabile del dicastero del Turismo per dell’indagine penale a suo carico sul caso Visibilia. “Un pezzo del partito mi vuole fuori? Chissenefrega!” Pazienza.  – ha affermato Santanché su diversi colloqui e interviste ai quotidiani italiani  – Ho pochi amici, ma ho sempre contato solo su me stessa”. 

L’attacco dell’opposizione: “Lancia il sasso e nasconde la mano”

Tuttavia, la replica della ministra non ha placato le acque agitate tra i banchi dell’opposizione. Per il presidente dle Movimento Cinque Stelle, Giuseppe Conte, il caso Santanché, al di là delle smentite di rito dell’interessata, dimostra ancora una volta che “L’Italia è una nazione nella quale vige l’amichettismo”. Il fatto che la ministra del Turismo sia ancora al suo posto è il simbolo stesso dell’arroganza del potere” – ha sottolineato ancora il leader pentastellato – soprattutto nei confronti di quelli che “prendono 750 euro al mese” e non possono contare sul “sostegno di un amichetto importante come il presidente del Senato La Russa”. 

L’impatto delle dichiarazioni di Santanché non ha lasciato indifferente nemmeno il Partito democratico. Vinicio Peluffo, capogruppo in commissione attività produttive della Camera, è fatto portavoce della posizione dei dem in una nota.  Dopo essersi gonfiata di boria davanti alla stampa, la ministra Santanché “oggi si arrampica sugli specchi, cercando di nascondere la spavalderia di ieri, quando facendosi leva del suo fedele amico La Russa”, ha sottolineato il deputato, ricordando come fino a ieri la ministra aveva persino “sbeffeggiato le parole della stessa Presidente Giorgia Meloni”.

Sul caso è intervenuto anche il leader di Alleanza Verdi Sinistra, Nicola Fratoianni, che ha affidato le sue riflessioni sulla polemica ai proprio canali social. “Questa mattina i quotidiani, a pagine, unificate, sono pieni del me ne frego della Santanché” che “non ha alcuna intenzione di dimettersi”. E sulla sicumera della ministra che non ha intenzione di lasciare il suo posto, Fratoianni aggiunge: “Santanché sa forse che non possono farla dimettere? Perché? Cosa tiene una ministra indagata per truffa allo stato ben salda al suo posto?” In attesa di una risposta da parte della Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, secondo il deputato l’unica cosa certa “è che questa destra è ferocemente attaccata alla poltrona e al potere” e non ha “nessun rispetto dei cittadini e della dignità delle istituzioni”. 

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