ROMA – Ennesimo colpo di scena per la vicenda politica che sta travolgendo il governo e che ha portato alle dimissioni del ministro della Cultura Sangiuliano. Maria Rosaria Boccia, l’imprenditrice napoletana nell’occhio del ciclone per la mancata nomina a consigliera del ministero della Cultura, ha rinunciato alla partecipazione alla trasmissione di Rete 4 “è sempre Cartabianca”. Doveva essere ospite nella serata del 10 settembre, ma pochi attimi prima della diretta ha lasciato gli studi Mediaset.
L’imprenditrice di 42 anni ha spiegato su Instagram che l’intervista “era divisa in due blocchi” con una prima parte per ricostruire il caso con la conduttrice e una seconda con un confronto, richiesto dalla stessa Boccia, con i giornalisti. “Si era offerta di partecipare al talk e confrontarsi con gli altri perché non desiderava che la sua intervista fosse commentata in sua assenza” ha spiegato ieri in diretta Bianca Berlinguer.
Che cosa di preciso sia successo dietro le quinte della trasmissione ancora non è chiaro. Secondo Repubblica il problema sarebbe sorto per le domande con i giornalisti, che non sarebbero state concordate. Maria Rosaria Boccia ha precisato, durante la trasmissione, di non aver paura della verità e in un messaggio letto dalla conduttrice di aver rinunciato all’intervista “solo perché non c’erano le condizioni per spiegare meglio la situazione”. Ancora, la versione ufficiale della conduttrice è che a detta di Boccia, “sono emersi nuovi elementi su cui i giornalisti presenti non erano sufficientemente informati, quindi si ripromette di tornare fra una settimana”.
La conduttrice Berlinguer si smarca dalle accuse di pressioni esterne su Mediaset per far saltare tutto precisando che l’azienda le ha dato autonomia editoriale – prerequisito per l’approdo a Mediaset dalla Rai. “Non c’è nessun significato politico. Sono cose che possono succedere” la chiosa della giornalista.
Intanto è attesa entro 90 giorni la decisione del Tribunale dei ministri sul fascicolo aperto dalla Procura di Roma contro l’ex titolare del dicastero Sangiuliano, con le ipotesi di reato di peculato e rivelazione del segreto istruttorio. Insomma difficilmente la vicenda vedrà, in tempi brevi, la parola fine.