BRUXELLES – “Un processo veloce”. Questo auspica la presidente del Consiglio Giorgia Meloni per Ilaria Salis, che al termine del Vertice Ue ha parlato del suo incontro con il premier ungherese Viktor Orbàn.
Un primo passo verso la collaborazione è stato fatto. “Stiamo chiedendo di verificare il rispetto dei diritti”, ma ci tiene a specificare che “Né io né Orban possiamo entrare oggi nel giudizio che compete la magistratura”. E sulle immagini della donna incatenata commenta: “Accade in diversi Paesi, anche occidentali, non è nostro costume, ma in altri Stati sovrani funziona così”. Viktor Orbàn, che ieri si è detto disposto a garantire “un equo trattamento alla detenuta”, ha spiegato che “tutti in Ungheria sono trattati in questo modo”.
Scontro di visioni
In Italia la questione è diventata un caso politico, soprattutto per la Lega, che attacca ancora. Dopo che il padre di Ilaria Salis, Roberto, ha sporto querela per le dichiarazioni del vicepremier e ministro dei Trasporti Matteo Salvini e le false accuse, la Lega risponde con una nota in cui ricorda un’altra vicenda che vede coinvolta la giovane per concorso morale nella resistenza a pubblico ufficiale, che si è conclusa con sentenza di condanna confermata in Cassazione il 3 luglio 2023.
L’agenda politica
Sulla vicenda il ministro degli Esteri Antonio Tajani terrà un’informativa urgente del governo l’8 febbraio alle due Camere, mentre su richiesta del Pd, lunedì approderà al Parlamento Europeo, dove si discuterà delle condizioni carcerarie in Ungheria.
Intanto, Roberto Salis ha incontrato venerdì mattina il presidente del Senato Ignazio La Russa mentre lunedì incontrerà il ministro degli Esteri Antonio Tajani e della Giustizia Carlo Nordio.
Salis in carcere non è ammessa alle lezioni di ungherese
Dopo la lettera di denuncia delle condizioni carcerarie pubblicata in esclusiva da Tg La7 mercoledì, ne arriva un’altra in cui Salis dichiara che, a seguito dell’udienza di lunedì, è stata interrogata dal personale del carcere in merito alle sue condizioni detentive e alla fine le è stato fatto firmare un verbale delle sue parole redatto in lingua ungherese. Il legale Eugenio Losco, che ha potuto ricevere il foglio tramite l’ambasciatore italiano a Budapest Manuel Jacoangeli, si dice estremamente preoccupato.
I prossimi passi
“Braccialetto elettronico, vigilanza e impegno a farla partecipare a tutte le udienze del processo previste a Budapest”. Questi i punti su cui sta lavorando il Ministero della Giustizia per redigere una relazione da mettere a disposizione della difesa della 39enne. La notizia è stata riportata oggi da Corriere della Sera e Repubblica. Si tratta dunque per i domiciliari cautelari nel Paese, richiesta già rigettata tre volte dal tribunale per il pericolo di fuga della detenuta.