La condanna è quella di omicidio colposo per Oscar Pistorius, l’ex atleta paralimpico che il 14 febbraio 2013 uccise la sua fidanzata Reeva Steenkamp, sparandole attraverso la porta del bagno. La sentenza, pronunciata oggi dal giudice che si è occupato del caso e destinata a sucitare polemiche fra l’opinione pubblica, ha escluso l’ipotesi di omicidio volontario dichiarando che “le evidenze raccolte dimostrano che ha agito negligentemente. Una persona ragionevole avrebbe dovuto prevedere che sparare a una persona dietro ad una porta avrebbe potuto causare danno o ucciderla”. Su Pistorius pendevano quattro capi d’imputazione: omicidio di Reeva Steenkamp, due accuse di avere utilizzato una pistola in luogo pubblico e possesso illegale di munizioni (queste tre ultime accuse legate a episodi diversi da quello di Steenkamp).
L’accusa ha sempre sostenuto che l’ex campione paralimpico abbia sparato allo scopo di uccidere la fidanzata Steenkamp, probabilmente al termine di un litigio. Pistorius invece nega questa versione affermando che, sentendosi in pericolo, avesse sparato dalla porta del bagno solo per difendere se stesso e la sua fidanzata. A fondamento di tale ipotesi i legali di Pistorius hanno sempre sottolineato che l’uomo, prima di sparare, si trovava senza le protesi e che quindi sentendo rumori sospetti, sia stato spinto ad aprire il fuoco perché più vulnerabile in quanto incapace di muoversi.
Durante la sentenza emessa alle 9.30 di questa mattina, Pistorius ha assistito impassibile alla lettura, mantenendo lo sguardo alto, fermo sul banco degli imputati. Il giudice ha ritenuto Pistorius “colpevole” anche di possesso di armi per l’episodio dei colpi sparati in un ristorante poche settimane prima della morte di Reeva. L’ex atleta, rischia ora fino a 15 anni di reclusione.