ROMA – L’alpinista Ed Viesturs, nuovo detentore del record di scalata di tutti i 14 ottomila dopo la revoca del premio a Reinhold Messner, si schiera a fianco del collega e rifiuta il titolo. “Sono fermamente convinto che Reinhold Messner sia stato il primo a scalare tutti e 14 gli ottomila e che questo debba essere riconosciuto”, ha sottolineato il 64enne americano, rinunciando di fatto alla corona di “re degli ottomila” conferitagli dal Guinness World Record, che sul proprio sito ufficiale lo ha indicato come la prima persona ad aver scalato le vette, tra il 1989 e il 2005. “Messner e gli altri alpinisti hanno fatto di tutto per scalare le vere vette, al meglio delle loro conoscenze e nelle condizioni che hanno trovato sul posto”, ha aggiunto l’americano in sostegno dell’altoatesino, al quale è stato imputato di aver mancato di pochi metri la vetta dell’Annapurna, in Nepal, nel 1985.
Le decisione del Guinness nei giorni scorsi
Lo scorso lunedì 25 settembre il libro Guinness dei primati ha infatti tolto a Reinhold Messner la corona di re degli ottomila. Messner, dopo la decisione, aveva definito “sciocchezze” le accuse del cronista di alpinismo tedesco, Eberhard Jurgalski, secondo cui Messner e il compagno di scalata Hans Kammerlander avrebbero mancato la vetta dell’Annapurna. “Nessuno che se ne intende di alpinismo metterebbe in dubbio la nostra impresa, Jurgalski infatti non ne sa nulla”, ha tuonato Messner, spiegando che “la montagna cambia, come ogni cosa in natura. Soprattutto sull’Annapurna basta che crolli la cornice di neve e la vetta si abbassa di cinque metri”.
Gli elogi di Viesturs: “Messner un precursore”
Parole al miele da parte di Viesturs riguardo al ruolo svolto da Messner per tutti gli appassionati di alpinismo. “È stato il nostro precursore, non solo stilisticamente, ma anche fisicamente e psicologicamente, scalando senza ossigeno supplementare. Altri scalatori, come me, hanno potuto seguire le sue orme ispirandosi a lui”, ha detto l’americano, ribadendo il concetto già espresso da Messner, secondo cui “l’arrampicata è un viaggio personale e non dovrebbe riguardare liste o record”.