Bufera su Donald Trump. Il comunicato con cui la Casa Bianca ha commentato l’omicidio del reporter saudita del Washington Post Jamal Khashoggi ha innescato una forte polemica negli Stati Uniti. “Il mondo è un posto molto pericoloso”, ha esordito il presidente in una lunga dichiarazione rilasciata alla stampa.
Il tycoon si è scagliato prima di tutto contro l’Iran, “il maggior sponsor mondiale del terrore, che ha ucciso molti tra americani e persone innocenti in Medio Oriente”. Solo dopo cita l’Arabia Saudita, il cui principe ereditario Mohammed Bin Salman è accusato dai procuratori turchi e da un accurato report della Cia di essere il mandante dell’omicidio di Khashoggi, ucciso nel consolato nel consolato saudita a Istanbul lo scorso 2 ottobre.
Punire l’Arabia Saudita sarebbe un suicidio, sostiene Trump. “Se cancellassimo – follemente – i contratti (per 450 miliardi di dollari, stipulati lo scorso anno), Russia e Cina sarebbero gli unici beneficiari. Sarebbe un incredibile regalo”. Per questo, nonostante definisca l’assassinio “un crimine terribile, che il nostro paese non perdonerà”, Trump annuncia che non ci sarà alcuna ripercussione nei confronti dei sauditi: “L’America tutela così i propri interessi nazionali”.
“Bevendosi le giustificazioni di Mohammed Bin Salman, Trump svende i valori americani” si legge in un durissimo editoriale non firmato sul New York Times. “Così il presidente rafforza i despoti di tutto il mondo”. Un allarme rilanciato anche dal Washington Post. “Per Trump le conclusioni sull’Arabia Saudita hanno la precedenza sui diritti umani”, scrive la corrispondente dalla Casa Bianca Anne Gerean. “La dichiarazione del presidente sull’omicidio Khashoggi è un distillato del suo approccio alla politica estera, fatto essenzialmente di rapporti economici e personali”.
“Trump potrebbe aver perso la sua scommessa su MBS”, evidenzia invece la Nbc. Poco dopo la dichiarazione del leader statunitense si è infatti diffusa la notizia che il regime saudita starebbe valutando l’ipotesi di sostituire Bin Salman come principe ereditario. Se così fosse, la politica estera statunitense subirebbe un duro colpo: Trump punta tutto sul 33enne per ridisegnare le influenze in medio Oriente.