Riaprire le indagini sul caso Estermann. È quanto chiedono ai magistrati della Città del Vaticano i familiari di Cedric Tornay, il vice caporale delle Guardie svizzere accusato del duplice omicidio commesso il 4 maggio 1998 che causò la morte del comandante Alois Estermann e della moglie Gladys Meza Romero. Tornay si sarebbe suicidato dopo.
La ricostruzione fornita dalle autorità vaticane è stata però sempre contestata da Muguette Baudat, madre del presunto omicida, tanto da far sviluppare nel tempo varie teorie alternative, anche con presunti legami con il caso Orlandi.
La magistratura vaticana nel 1999 archiviò l’inchiesta sul duplice omicidio e suicidio dopo aver concluso che Tornay aveva ucciso con dei colpi d’arma da fuoco il neo-comandante Estermann e la moglie in preda a un raptus causato dal rifiuto di una promozione, per poi togliersi la vita. Ciò che rileva la famiglia è che il proiettile restituito alla madre con il quale Cedric si sarebbe ucciso non può avergli attraversato il cranio, essendo intatto e senza alcuna striatura. Il foro sulla testa di Cedric peraltro è più piccolo rispetto alla pallottola. Seri i dubbi che si tratti di una pallottola di un calibro diverso. Tornay avrebbe lasciato una lettera in cui annunciava il gesto, ma sull’autenticità della lettera sono molteplici i dubbi.
“Abbiamo fatto richiesta di accedere al fascicolo integrale, è nel pieno diritto di Mme Baudat – spiega all’Ansa l’avvocato della famiglia Tornay -. È evidente che la richiesta di riapertura delle indagini, che si basa sulla presentazione di nuove prove, non può prescindere da un attento studio degli atti e della comparazione di essi con il nuovo materiale raccolto e con lo studio degli atti anche da parte dei nostri consulenti. Non appena avremo contezza del fascicolo integrale completeremo la nomina dei nostri consulenti”.