Non sono bastate le testimonianze del vice brigadiere Francesco Tedesco, a conferma del pestaggio ai danni di Stefano Cucchi perpetrato dai colleghi Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro, per chiarire definitivamente la vicenda accaduta nel 2009 presso la stazione dei Carabinieri di Roma. Nelle ultime ore sono trapelati ulteriori dettagli in merito alla morte del giovane che sembrano confermare l’insabbiamento delle prove relative al pestaggio avvenuto il 15 Ottobre 2009.
Nel registro degli indagati viene iscritto l’ex comandante della Compagnia di Pontecorvo, il tenente colonnello Luciano Soligo. L’allora capitano tra il 2001 e il 2003, risulterebbe accusato di falsa testimonianza e contribuzione alla falsificazione o soppressione di documenti e verbali di servizio relativi ai fatti di quella notte.
Insieme al colonnello risultano indagati anche luogotenente Massimiliano Colombo e il carabiniere scelto Francesco Di Sano, uno dei piantoni che ebbe in custodia Cucchi prima del trasferimento a piazzale Clodio per il processo per direttissima.
Nei prossimi giorni, verranno sentiti come testimoni del processo in corso davanti alla Corte d’Assise il generale Vittorio Tomasone, il colonnello Alessandro Casarsa e il maggiore Paolo Unali. L’obiettivo degli inquirenti è quello di far luce sulle modalità di svolgimento dei fatti dal momento dell’arresto del Cucchi fino alla sua morte. In particolare si vuole individuare da chi è partito l’ordine gerarchico di modificare i verbali per insabbiare l’accaduto.
La Repubblica sostiene che la manipolazione dei verbali, delle annotazioni di servizio e dei registri interni, avvenne tra il 23 e il 27 ottobre e fu definitivamente decisa in una riunione del 30 dello stesso mese all’interno degli uffici del generale di brigata e allora comandante provinciale di Roma Tomasone.