Sarà l’ospedale Sandro Pertini di Roma a risarcire i danni alla famiglia del giovane Stefano Cucchi, che morì proprio quattro anni fa a una settimana dal suo arresto per droga. Un accordo non proprio facile quello siglato tra l’ospedale Pertini e i legali di Cucchi che alla fine ha portato alla famiglia dell’ex geometra un milione e 520mila euro. L’intesa è stata formalizzata dall’avvocato Fabio Anselmo per conto dei congiunti di Cucchi e dai legali della struttura capitolina.
Poliziotti si e medici no. L’esoso risarcimento ricevuto dalla famiglia Cucchi influirà anche sul processo d’appello. I familiari del geometra rinunceranno alla costituzione di parte civile nei confronti dei medici (gli unici ad essere condannati il 5 giugno scorso), mentre resteranno in aula contro gli agenti della polizia penitenziaria, che sono stati assolti. La sorella di Cucchi, Ilaria, ha spiegato proprio la decisione della famiglia. «Quei medici hanno fatto gravissimi errori – sottolinea Ilaria Cucchi-, ma devono esser assicurati alla giustizia coloro che hanno pestato Stefano. Senza quel pestaggio riconosciuto dalla stessa corte d’assise mio fratello non sarebbe morto. Non avremo pace fino a quando non avremo verità e giustizia».
Una morte in solitudine. Stefano Cucchi finì i suoi giorni il 22 ottobre 2009, dopo un’agonia durata cinque giorni, nell’imperizia dei medici e senza che nessuno dei suoi parenti fosse riuscito a fargli visita. Morì solo, con due vertebre fratturate e i cateteri gonfi. Ma il suo calvario era iniziato una settimana prima, quando questo ragazzo del ’78, diplomato al geometra, venne fermato per detenzione di hashish e cocaina dai carabinieri della stazione Appia.
Dopo quattro anni esatti quindi una prima forma di giustizia si è compiuta, mentre la battaglia giudiziaria non è comunque finita. La famiglia Cucchi ha intenzione di andare avanti per condannare ancora i poliziotti che più di tutti sono quelli che hanno permesso che la tragedia si compiesse.
Marco Stiletti