“Mi astengo. Sono un ex carabiniere”, così il giudice Federico Bonagalvagno al processo sui depistaggi del caso Cucchi, e che vede imputati otto militari dell’Arma. È con questo il colpo di scena che si è aperta l’udienza di questa mattina, subito rinviata. L’astensione del giudice era una richiesta già arrivata dagli avvocati della famiglia Cucchi, che avevano chiesto al giudice di astenersi dopo aver appreso che Bonagalvagno aveva organizzato convegni a cui avevano partecipato alti ufficiali dell’Arma. A sostituirlo nel processo bis sui depistaggi sarà ora il nuovo giudice monocratico Giulia Cavallone.
Gli imputati sono accusati, a seconda delle posizioni, di falso, favoreggiamento, omessa denuncia e calunnia. Sul banco ci sono Alessandro Casarsa, all’epoca dei fatti comandante del Gruppo Roma, e altri sette carabinieri: Lorenzo Sabatino, allora comandante del reparto operativo dei carabinieri di Roma, Francesco Cavallo, all’epoca tenente colonnello e capo ufficio del comando del Gruppo Roma, Luciano Soligo, ai fatti maggiore dell’Arma e comandante della compagnia Roma Montesacro, Massimiliano l’allora comandante della stazione di Tor Sapienza Colombo Labriola, il carabiniere Francesco Di Sano, in servizio alla stazione di Tor Sapienza, Tiziano Testarmata, comandante della quarta sezione del nucleo investigativo dei Carabinieri e il carabiniere Luca De Cianni, accusato di falso e di calunnia.
Tra le parti civili già costituite, la presidenza del Consiglio dei ministri e l’Arma, mentre il ministero della Giustizia ha presentato istanza di costituzione.
Assenti in aula la sorella di Stefano, Ilaria, e l’avvocato Fabio Anselmo.
Intanto, in queste ore, si sta svolgendo l’ultima udienza al processo sulla morte di Stefano Cucchi, dedicata alle arringhe dei difensori: per la morte del giovane geometra sono imputati cinque carabinieri, di cui tre per omicidio preterintenzionale. La sentenza è prevista per giovedì 14 novembre. L’avvocato Antonella De Benedictis, difensore di Alessio Di Bernardo, uno degli imputati, ha affrontato diversi temi tra cui quello del pestaggio. “Tutta la dichiarazione di Tedesco è semplicemente una personale ricostruzione fatta a posteriori”, ha dichiarato l’avvocato riguardo la confessione dell’imputato-accusatore Francesco Tedesco.
“Stefano Cucchi non è morto per le lesioni, ma perché un paramedico si è dimenticato di controllare il catetere”, ha aggiunto De Benedictis, che ha chiesto per il suo assistito l’assoluzione con formula ampia o eventuale derubricazione in lesioni personali dell’imputazione di omicidio preterintenzionale.