Nel primo pomeriggio di oggi è atteso l’incontro nella procura capitolina fra Tiziano Renzi ed i Pm che indagano sulla vicenda Consip. Nel filone delle indagini che hanno travolto i vertici della centrale acquisti della pubblica amministrazione, sono stati indagati anche il suo amministratore delegato, Luigi Marroni, l’imprenditore napoletano Alfredo Romeo, l’ex parlamentare del PDL Italo Bocchino ed il Ministro dello sport Luca Lotti, oltre al padre dell’ex premier.
Tiziano Renzi è indagato per traffico di influenze illecite, reato che punisce forme di remunerazione di illecite attività di mediazione, che Renzi avrebbe percepito nel favorire lo stesso Romeo nell’ottenere un appalto Consip da 2,7 miliardi di euro. Quella del traffico di influenze, reato punito fino a tre anni di reclusione, è una imputazione a metà tra la corruzione ed il millantato credito. Sostanzialmente punisce forme di lobbying illecite che, nel caso preso in esame dalla procura di Roma, sono costituite dalla remunerazione di attività di mediazione, previo accordo finalizzato all’ottenimento di benefici, del quale non è partecipe un pubblico ufficiale.
Nel malaffare legato alla Consip sono finiti anche Carlo Russo, industriale amico della famiglia Renzi, che avrebbe aiutato Tiziano nel traffico delle influenze illecite e Denis Verdini, leader del gruppo politico ALA.
La posizione di Tiziano Renzi e Verdini viene aggravata dalle dichiarazioni dello stesso a.d. Consip Luigi Marroni che, interrogato dalla procura di Napoli lo scorso dicembre, ha dichiarato: “Carlo Russo mi ha chiesto di intervenire sui commissari di gara per conto del babbo di Matteo e del parlamentare di Ala (Verdini, ndc). Mi dissero che loro erano ‘arbitri’ del mio destino professionale”.
Denis Verdini, condannato a 9 anni e alla perpetua interdizione dai pubblici uffici per il crack finanziario del Credito Cooperativo Fiorentino, avrebbe spinto, insieme a Tiziano Renzi, l’a.d. di Consip Marroni ad intervenire sui commissari della gara Fm4, da 2 miliardi e 700 milioni: il primo lotto – il più ricco – fu vinto dai francesi Cofely, sponsorizzati proprio da Verdini.
Tiziano Renzi comunque respinge tutte le accuse e rilancia: “Non ho mai chiesto soldi. Non li ho mai presi. Mai. E credo che i magistrati abbiano tutti gli strumenti per accertarlo. Non vedo l’ora che venga fuori la verità: voglio essere interrogato, voglio che verifichino tutto di me, non ho nulla da nascondere. Nulla”.